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Italia paese Ue con più prodotti pericolosi: quali sono e rischi

Stando al report dell'UE, l'Italia è il paese dove tramite il sistema Safety Gate è stato segnalato il maggior numero di prodotti pericolosi

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Nel 2024 l’Italia si è guadagnata un primato poco invidiabile: è risultata il Paese dell’Unione europea con il maggior numero di prodotti pericolosi segnalati a Bruxelles. A dirlo è il nuovo report della Commissione europea, pubblicato nell’ambito del sistema di allerta rapida Safety Gate, che monitora e coordina le segnalazioni sui prodotti che possono costituire un rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori. Il sistema Safety Gate, infatti, consente agli Stati membri dell’UE di condividere in tempo reale le informazioni sui prodotti pericolosi trovati sul mercato. Ogni segnalazione include i dettagli del prodotto, il rischio associato e le azioni da adottare.

L’Italia è il paese con più prodotti pericolosi importati

Secondo il rapporto dell’Unione Europea nel corso del 2024 sono stati registrati 4.137 avvisi di prodotti pericolosi nei 27 Stati membri dell’Unione. Questo risulta essere il numero più alto da quando il sistema è stato introdotto nel 2003. Di questi, 1.089 avvisi provengono dall’Italia, in netto aumento rispetto agli 825 del 2023. Con questo dato il nostro paese conquista la “maglia nera” in UE per prodotti pericolosi.

Un incremento che fa riflettere e che conferma la necessità di controlli più serrati, soprattutto sulle merci importate. Il report dichiara, inoltre, che il 40% di tutti i prodotti segnalati proviene dalla Cina, a conferma delle difficoltà nel gestire la sicurezza degli articoli provenienti dai mercati extra-UE. Grazie al sistema Safety Gate, però, nel 2024 sono state avviate 4.279 azioni di follow-up in tutta l’Unione. Le autorità hanno così potuto agire per ritirare prodotti dal mercato, bloccarne la vendita o informare i consumatori dei potenziali rischi.

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