Alla scoperta dei patrimoni da salvare in Italia
La Lista Rossa dei patrimoni da salvare in Italia, in continuo aggiornamento, permette di scoprire quali sono i beni da difendere del nostro Paese
La Lista Rossa dei patrimoni da salvare in Italia, stilata dall’associazione Italia Nostra, è in continuo aggiornamento e, man mano che i Consigli Regionali segnalano nuovi beni da difendere, viene pubblicata online la nuova versione.
Con questa iniziativa si vuole dare voce e visibilità ai quei luoghi artistici e monumentali che vertono in uno stato di degrado e che invece andrebbero recuperati per salvaguardare la loro integrità e il riconoscimento storico.
La Calabria, purtroppo, è una delle regioni italiane dove molti siti di notevole importanza artistica esigono un intervento immediato: basta infatti attraversare la costa ionica per scorgere, tra la vegetazione spontanea, monumenti abbandonati al degrado e all’anonimato, che invece necessiterebbero di maggiori attenzioni da parte delle istituzioni.
La torre centrale poggiante su una struttura risalente all’età greca, è stata restaurata nel 2009 grazie a una campagna di recupero portata avanti da 70 volontari provenienti anche dall’estero. Oggi il sito necessita di nuovi interventi, in particolare la torre laterale che è a rischio di crolli. Recuperare il Castrum è importante poiché rappresenta l’unico esempio in Italia di fortezza del VI secolo.
A suscitare molto interesse sono stati il sepolcro numero sette, in cui è stata scoperta una pregevole scultura, e il sepolcro numero undici, contenente diversi feretri raffiguranti divinità alate. Purtroppo la loro conservazione è a rischio. La necropoli ha bisogno di interventi di risanamento e, nonostante le numerose segnalazioni, tutto è rimasto a tacere.
Il sito è costantemente sottoposto all’attacco degli agenti atmosferici, in particolare da non sottovalutare sono le infiltrazioni di acqua piovana che, se non convogliata altrove, rischiano di mettere a repentaglio tutte le decorazioni e l’integrità delle rocce. Il restauro e la messa in protezione consentirebbe di organizzare delle visite guidate all’interno della necropoli, conosciuta fino a oggi solo attraverso le innumerevoli pubblicazioni.
L’intenzione del comune di Trino è recuperare la struttura e renderla accessibile al pubblico, ma la mancanza di fondi non consente di dare inizio al progetto e intanto il sito è in avanzato stato di degrado.
Dal punto di vista artistico e ambientale la moderna costruzione avrebbe un impatto devastante sulla zona. Infatti migliaia di ettari di bosco verrebbero distrutti e il territorio non sarebbe salvaguardato adeguatamente. Purtroppo in passato le mura di San Gimignano si sono rese protagoniste di dissesti idrogeologici e il terreno è soggetto a frane. Con l’avanzamento dei lavori, non c’è da escludere un peggioramento della situazione.
Nel frattempo però, mancando gli interventi di contenimento, le condizioni del sito peggiorano. Molti edifici sono stati danneggiati a seguito dei terremoti delle età passate. Grazie a interventi di anastilosi è stato possibile ricostruire fedelmente le parti mancanti e riportare alla luce reperti storici che oggi sono conservati nel Museo Nazionale di Palermo o esposti nell’acropoli dello stesso Parco Archeologico.