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Alba, i tartufi giganti di Briatore diventano un "caso"

Un video social di Flavio Briatore, in cui mostra dei tartufi giganti disponibili nel suo ristorante Cipriani di Montecarlo, ha scatenato un "caso"

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Sono diventati un “caso” i tartufi mostrati da Flavio Briatore sul suo profilo Instagram ufficiale. Il noto imprenditore ha pubblicato un video in cui mostra alcuni tartufi di grandi dimensioni per conto del suo ristorante Cipriani di Montecarlo. il post, però, non è piaciuto ai tartufai di Alba.

Il post di Flavio Briatore sui tartufi d’Alba

Nella didascalia del video pubblicato da Flavio Briatore su Instagram si legge: “Da Cipriani Monte Carlo sono arrivati i fantastici e introvabili tartufi bianchi d’Alba“.

Nel filmato, l’imprenditore ribadisce: “Buongiorno, guardate che roba! Qui sono tartufi d’Alba certificati e qui siamo da Cipriani, a Monaco. Guardate che roba! Quest’anno i tartufi non si trovano, noi li troviamo. Guardate che roba! Logicamente con le tagliatelle Cipriani. Vi Aspettiamo, Cipriani Monte Carlo”.

La reazione dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani

Sul sito di AssoTartufai, è stato annunciato tramite una nota che il presidente dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani ha depositato in data 11 novembre 2021 un esposto nei confronti di Flavio Briatore dopo il video in cui mostrava tartufi Bianchi di Alba.

Nella nota si legge: “Dopo le continue lamentele dei tartufai piemontesi, si è recato al comando Carabinieri per la tutela della Salute ( N.A.S.) a denunciare l’insopportabile video. Il 2021 è l’anno più nero della storia della cerca del tartufo, ha dichiarato Germani, perché il tartufo per crescere ha bisogno delle piogge e da maggio a settembre c’è stata una siccità senza eguali”.

Il comunicato prosegue così: “Alle persone va detta sempre la verità ovvero che non tutto si può comprare con i soldi, essendo il tartufo un fungo ipogeo ha bisogno di acqua. I cambiamenti climatici e l’assenza di piogge, purtroppo hanno compromesso la cerca del tartufo in Italia e in questi ultimi anni ce ne è sempre di meno: tanto è che se vengono cavati sono raramente di pezzature importanti. La nostra terra fino a qualche settimana fa era spaccata dalla siccità e polverosa. Questo lo sanno bene tutti i tartufai, un po’ meno gli avventori del Billionaire che pensano di mangiare tartufo cavato ad Alba solo perché è infiocchettato. Quei tartufi tutto sono meno che Italiani, saranno Sloveni o Rumeni e sfido chi li ha venduti a dimostrare il contrario”.

Nella nota si legge ancora: “Non è il fiocchetto che li cinge la garanzia di tracciabilità a poter dire che sono raccolti ad Alba da tartufai delle Langhe o del Roero, i trifulaù piemontesi ben sanno che quest’anno tartufi così non ce ne sono e sono rarissimi, la stessa cosa la sa chi lavora nel settore, l’Italia non a caso è il primo importatore al mondo di tartufi che successivamente vengono trasformati o diventano Italiani e venduti a inconsapevoli avventori”.

Il testo del comunicato pubblicato da AssoTartufai, poi, recita: “Mi sono recato in Questura, chiedendo che ravvisino ogni ipotesi di reato nei confronti di Briatore e del commerciante che ha venduto quei tartufi come italiani, Non voglio colpire nessuno solo ridare dignità ad una passione e professione millenaria, perché è facile dire ‘tartufo di Alba’ quando nessun sistema di tracciabilità garantisce realmente la provenienza al consumatore. Soprattutto in questa stagione”.

La chiosa finale: “Come Presidente dell’Associazione Nazionale Tartufai Italiani sono disponibile qualora Briatore togliesse quel video nel rispetto del tartufo italiano a portare lui ed i suoi avventori a cercare tartufo Bianco ( tuber magnatum pico) nel nostro splendido paese. Il pranzo lo offriamo noi, ma a base di Tartufo Italiano. Un po’ più piccolo di quello che mostra ma molto più profumato e da un sapore inconfondibile, dal sapore italiano”.

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