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La triglia "aliena" è arrivata nel mare della Sicilia: i rischi

La triglia aliena del Mar Rosso ha raggiunto per la prima volta il mare di Sicilia: segna un nuovo cambiamento nella biodiversità mediterranea

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Il Mar Mediterraneo continua a sorprendere con nuovi arrivi: stavolta, a far discutere è l’avvistamento di una triglia “aliena” nel mare della Sicilia. Si tratta di un esemplare della specie ‘Parupeneus forsskali’, originaria del Mar Rosso e del Golfo di Aden, che ha recentemente fatto la sua comparsa nelle acque di Lampedusa. Un evento che conferma la diffusione delle specie aliene nel Mediterraneo e solleva interrogativi sulla biodiversità marina e le sue future evoluzioni.

Come è arrivata la triglia aliena del Mar Rosso in Sicilia

A segnalare la presenza della triglia del Mar Rosso sono stati i pescatori di Lampedusa, che durante le consuete attività di pesca hanno notato un esemplare dall’aspetto insolito: il pesce si distingueva per una banda scura longitudinale lungo il dorso e una macchia nera in prossimità della coda, tratti peculiari che hanno attirato subito l’attenzione.

Consci dell’importanza di tale ritrovamento, i pescatori hanno congelato l’esemplare e lo hanno consegnato ai ricercatori dell’ISPRA di Palermo, con cui collaborano da anni per il monitoraggio della biodiversità marina; il gesto ha consentito di confermare ufficialmente la presenza della ‘Parupeneus forsskali’ nelle acque italiane, che rappresenta il primo avvistamento del genere nel Paese.

La triglia del Mar Rosso è una specie adattabile, capace di vivere sia su fondali rocciosi che sabbiosi e vicino a praterie marine; può raggiungere i 30 cm di lunghezza ed è già oggetto di pesca commerciale nei luoghi di origine e nelle acque cipriote, dove si è insediata con successo. Sebbene al momento non siano stati registrati impatti evidenti sugli ecosistemi locali, gli esperti non escludono che in futuro la specie possa competere con le triglie autoctone per risorse e habitat.

Il ritrovamento avvenuto a Lampedusa conferma il continuo cambiamento della fauna marina mediterranea, un fenomeno che gli scienziati seguono con crescente attenzione. Per questo, l’ISPRA rinnova l’invito ai pescatori e ai cittadini a segnalare eventuali catture o avvistamenti di specie insolite e, quando possibile, a conservarne un campione per analisi approfondite.

Perché le specie aliene mettono a rischio la biodiversità del Mediterraneo

L’arrivo della triglia del Mar Rosso si inserisce nel più ampio contesto delle specie aliene che stanno colonizzando il Mediterraneo. Con il termine “specie aliene” si indicano animali o piante introdotti, accidentalmente o intenzionalmente, in habitat diversi da quelli d’origine; queste specie possono rappresentare una minaccia per la biodiversità locale, alterando gli equilibri ecologici, generando danni economici e, in alcuni casi, rischi per la salute umana.

Tali cambiamenti sono il segnale di un Mediterraneo in rapida evoluzione, influenzato dai mutamenti climatici e dall’intensificarsi delle attività umane. La capacità di monitorare e analizzare questi fenomeni diventa quindi essenziale per comprendere le dinamiche in atto e prevenire possibili impatti negativi sugli ecosistemi marini.

Nel Mediterraneo, il fenomeno è noto come migrazione lessepsiana, ovvero il passaggio di specie dal Mar Rosso attraverso il Canale di Suez. Negli ultimi anni, l’espansione di pesci provenienti dal Mar Rosso è stata costante: oltre alla triglia ‘Parupeneus forsskali’, sono stati segnalati anche il mezzobecco e il pesce coniglio, anch’essi considerati “alieni” e potenzialmente pericolosi per l’equilibrio delle specie native.

Il monitoraggio costante, la collaborazione tra pescatori e ricercatori e la sensibilizzazione della comunità sono strumenti fondamentali per affrontare questa sfida. Solo con un impegno condiviso sarà possibile preservare la ricchezza e la varietà del patrimonio marino del Mediterraneo.

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