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Trentino: i meravigliosi ponti sommersi nella Val di Non

In Val di Non, dal lago di Santa Giustina, periodicamente riemergono gli antichi ponti, pieni di fascino, che univano le rive del fiume Noce

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Quando la superficie del lago trentino di Santa Giustina raggiunge altezze minime, dalle profondità delle acque riemergono gli antichi ponti, testimonianza di un remoto e affascinante passato. Nel 1951, al centro della Val di Non, venne costruita l’omonima diga di Santa Giustina e 406 ettari di terreno furono invasi dalle acque. Vigneti, boschi, grotte, ma soprattutto testimonianze architettoniche di epoca romana, medievale e del periodo risorgimentale vennero inabissati sotto centinaia di milioni di metri cubi d’acqua.

Quando il livello dell’acqua si ritira, per siccità o per la periodica manutenzione, riemergono alcuni degli antichi ponti che univano le sponde opposte della valle, unici punti di collegamento capaci di superare le acque del fiume Noce. Uno dei più famosi è il Ponte Alto, posizionato in prossimità del dosso della Colombara. Largo più di due metri, alla fine dell’Ottocento rappresentava l’unico passaggio sul fiume, punto di riferimento fondamentale per i commerci che vivacizzavano la zona. Da qui, infatti, si ha memoria del passaggio di piccoli carretti che alimentavano i mercati di zona.

Spostando lo sguardo poco più a nord della diga, nei giorni in cui la bassa superficie del bacino artificiale lo consente, è possibile scorgere i due ponti che collegavano le rive del rio di San Romedio, uno degli affluenti del Noce, fiume che nasce sul Crono dei Tre Signori, all’interno del Parco nazionale dello Stelvio.

Durante il Medioevo venne costruito il ponte Largaiolo che univa la frazione di Sanzeno a quello delle Plaze. Il ponte non ha subito danni nonostante i decenni passati sott’acqua e disegna tutt’ora, sotto ettolitri d’acqua, un suggestivo arco di pietra.

Il più grande e meglio conservato tra tutti i ponti sommersi del lago di Santa Giustina è il ponte sulla strada dei Regai. Quando ritorna visibile, nei momenti in cui si effettuano i periodici svuotamenti per effettuare la regolare manutenzione, è possibile raggiungerlo senza troppa fatica, come è possibile osservare dalle belle foto di Francesco Serra. Il ponte, rimasto pressoché intatto, fu costruito a metà dell’Ottocento per agevolare il passaggio tra le due sponde del fiume, oggi è meta di pellegrinaggio turistico nei rari momenti in cui la diga si svuota e riporta alla luce le meraviglie della valle, conservate sotto milioni di metri cubi d’acqua.

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