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Sposi si tuffano alla Fontana di Trevi: con la multa si risparmia

Una coppia di neo sposi ha deciso di tuffarsi nella Fontana di Trevi dato che il pagamento della multa è inferiore al costo dei permessi necessari

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

La Fontana di Trevi, tra i monumenti più iconici di Roma, è da secoli una delle mete più amate dai visitatori di tutto il mondo. Realizzata su progetto di Nicola Salvi nel Settecento, è divenuta celebre a livello internazionale anche grazie alla celebre scena del film La Dolce Vita di Federico Fellini, in cui Anita Ekberg si immerge nelle sue acque affiancata da Marcello Mastroianni. Quella sequenza ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo. Da allora, in molti hanno sognato, imitato o tentato di replicare quel gesto iconico. Spesso, però, ci si dimentica che la fontana è un bene pubblico tutelato e non un set cinematografico a disposizione di tutti.

Coppia si tuffa nella Fontana di Trevi: gesto romantico o vandalismo?

Negli ultimi tempi la Fontana di Trevi era stata al centro di attenzioni e dibattiti dato che si parlava di introdurre un biglietto di ingresso e accessi contingentati. Il tutto per preservare l’area che è sempre molto affollata. In questi giorni la Fontana è, però, sui giornali per un fatto che sta facendo molto discutere. Si parla di “un’incursione romantica” realizzata da una coppia di neo sposi. I due, entrambi lavoratori part-time, hanno celebrato le nozze l’8 maggio con una cerimonia sobria nel Municipio IX di Roma. Marito e moglie avevano, però, da tempo un sogno: ballare insieme nella fontana simbolo della loro città. Per questo la coppia ha deciso di realizzare questo desiderio. Nella notte dell’11 maggio i due si sono introdotti nella fontana per una ballo romantico. Lui era vestito con un completo nero elegante, mentre lei con un abito rosso lungo.

Il gesto ha attirato applausi, cellulari puntati, video sui social ma, inevitabilmente, anche l’arrivo degli agenti della polizia locale. I vigili hanno contestato l’accaduto. La coppia ha ricevuto una multa da 450 euro per violazione dell’ordinanza del sindaco che vieta l’ingresso nella fontana. Ai due non sono stati contestati danni o atti vandalici ma solo una trasgressione punita con una sanzione. I neo sposi sono stati poi intervistati da ‘La Repubblica’ e hanno raccontato l’accaduto. La coppia ha scelto di trasgredire, consapevole della multa, perché il costo per avere i permessi sarebbe stato di molto superiore. Si aggirerebbe, infatti, attorno ai migliaia di euro. Il loro punto di vista è chiaro: non si sentono trasgressori irresponsabili ma cittadini innamorati, protagonisti di un gesto simbolico. A ‘La Repubblica’ hanno spiegato: “Preferiamo pagare una multa al Comune piuttosto che alimentare un sistema in cui solo chi ha molti soldi può permettersi certe emozioni”.

Il racconto dei protagonisti

In realtà, chiunque voglia realizzare uno scatto o un video nella Fontana di Trevi deve seguire una precisa procedura legale. Le norme sono chiare: per effettuare riprese, scatti fotografici o scene all’interno o nei pressi dei beni culturali del Comune di Roma, occorre inoltrare una richiesta ufficiale agli uffici competenti, spesso tramite il portale istituzionale. I costi, inoltre, possono essere davvero alti.

La coppia di sposi novelli ha spiegato a ‘La Repubblica’: “Abbiamo chiesto prima se fosse possibile fare qualche foto nella fontana e ci è stato detto che serviva rivolgersi a una società cinematografica e a un fotografo professionista. Tra permessi, richieste e costi, ci sarebbero voluti oltre 3.000 euro e settimane di attesa. Abbiamo rinunciato. Ma poi, una volta lì, ci siamo detti: per una volta nella vita, facciamo questa follia d’amore. ” Oltre ai costi, quindi, anche i tempi risultano lunghi e gli iter burocratici complessi. Per questo la coppia ha deciso di trasgredire e pagare poi la sanzione.

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