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In Puglia è allarme punteruolo nero: i rischi e come difendersi

Secondo l'allarme di Legambiente Puglia, il punteruolo nero, insetto originario del sud est asiatico, può mettere a rischio le coltivazioni di fichi

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Il primo avvistamento del punteruolo nero in Italia risale al 2005, quando fu rinvenuto in un vivaio di Pistoia. Introdotto accidentalmente in Europa, l’Aclees taiwanensis è un insetto originario dell’Asia orientale che può mettere a rischio le produzioni dei fichi e dei fioroni

L’allarme viene da Legambiente Puglia, che avverte della potenziale presenza del punteruolo nero nella zona di Guagnano nel Salento.

L’allarme di Legambiente Puglia

Dopo il punteruolo rosso, che tra il 2019 ed il 2020 ha letteralmente fatto strage di alcune particolari specie di palme, torna in Puglia l’incubo delle specie aliene. 

Dopo aver conosciuto la Xylella degli ulivi, la Drosophila Suzukii dei frutti rossi, originaria del sud est asiatico, e l’Aleurocanthus spiniferus, insetto tropicale che attacca alberi da frutto, agrumi e viti, la Puglia si trova oggi a fronteggiare la minaccia del punteruolo nero. 

Il punteruolo nero attacca in particolare le piante del genere Ficus: il fico comune, Ficus Carica, ma anche quelle specie di Ficus ornamentali che in molti coltivano in casa e in giardino. 

Il punteruolo nero si nutre di foglie ed infruttescenze in maturazione, rendendo particolarmente dannose eventuali infestazioni che dovessero interessare le coltivazioni di fichi pugliesi.

Ma c’è dell’altro: le larve xilofaghe del punteruolo nero scavano delle gallerie all’interno del tronco degli alberi infestati, cosa che può compromettere il flusso linfatico dell’albero con conseguenze potenzialmente nefaste. 

L’allarme di Legambiente Puglia è chiaro: il punteruolo nero è “difficoltoso da rintracciare tempestivamente”, proprio perché i maggiori pericoli rappresentati dall’insetto occorrono all’interno del tronco degli alberi da frutto.

Come difendersi dal punteruolo nero

Come sottolinea il presidente di Legambiente Puglia, Ruggero Ronzulli, il punteruolo nero non è considerato una specie invasiva da quarantena, come la xylella per capirsi, e non esiste ancora un regolamento che ne limiti la diffusione, né a livello nazionale né a livello comunitario.

“Sarebbe auspicabile”, dice Ronzulli, “una buona attività di monitoraggio per la ricerca degli adulti del punteruolo nero oppure dei segni di attività delle larve”. Ma come individuare e proteggere le proprie piante di Ficus dall’eventuale presenza del punteruolo nero taiwanese?

È possibile individuare un albero infestato dalla presenza dei buchi delle larve: “sul tronco possono essere presenti dei buchi di ingresso da cui fuoriesce della rosura”, spiega Roberto Antonacci, responsabile del verde urbano per Legambiente Puglia. 

L’unica strategia conosciuta per liberarsi delle larve all’interno del tronco, però, è attualmente quella meccanica: Legambiente consiglia per esempio l’uso di fili metallici da far correre all’interno delle gallerie di alimentazione delle larve. 

Una cosa importante da sapere, specie in termini di prevenzione, è che il punteruolo nero depone le sue 100 uova spesso in prossimità del colletto, tra le radici ed il tronco della pianta: è quindi buona prassi usare una rete a maglia fitta per proteggere il piede dell’albero da eventuali infestazioni. 

Le uova del punteruolo nero, però, possono trovarsi anche sul tronco della pianta, ed addirittura sulle branche principali del fico, per cui si stanno studiando degli appositi manicotti repellenti del tipo rincotrap, simili a quelli usati per la coltivazione dell’ulivo.

Il presidente di Legambiente auspica la possibilità di svolgere studi più approfonditi sull’insetto alieno che preoccupa le coltivazioni del Salento “per cercare una soluzione al problema o meglio per limitare il suo impatto nell’economia pugliese della produzione dei fichi e fioroni”.

 

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