A Pompei la tomba del principe dei gladiatori con una iscrizione record
Pompei non smette mai di stupire. Presso il prezioso Parco Archeologico, che vanta ogni anno più di 3 milioni di visitatori, è stata fatta una scoperta sensazionale, una delle più importanti degli ultimi decenni, come ha sottolineato, senza nascondere il profondo entusiasmo, il soprintendente Massimo Osanna. Durante i lavori di ristrutturazione degli edifici demaniali situati presso l’area di San Paolino è stata ritrovata una tomba monumentale interamente composta di marmo su cui è possibile leggere la più lunga epigrafe funeraria mai ritrovata: 4 metri di lunghezza per 7 righe di parole dense di pathos e commozione, piene di elogi e lodi dedicati a Gneo Alleo Nigidio Maio, un ricco impresario che finanziava i sontuosi spettacoli gladiatori che si svolgevano nell’anfiteatro di Pompei.
L’epigrafe, oltre a elogiare le doti del defunto, una novità assoluta per il sito campano, descrive alcuni momenti salienti della vita del ricco liberto divenuto potente e famoso nel giro di pochi anni: sono ben descritti i momenti in cui avvengono le elargizioni di denaro per organizzare gli osannati giochi gladiatori, i banchetti pubblici e altre attività che portarono ricchezza alla città e grande fama all’uomo che seppe come tramutare le proprie ricchezze in visibilità a approvazione, probabilmente a fini politici. Interessante anche l’accenno alla grande rissa scoppiata nel 59 d.C. – 20 anni prima della catastrofica eruzione del Vesuvio – durante lo svolgimento dei giochi gladiatori di quell’anno. Ne parlò persino Tacito nei suoi Annales e Nerone, imperatore reggente in quell’epoca, punì in maniera esemplare i responsabili di uno scandalo che si ripercosse in tutto l’Impero.
Il ritrovamento potrebbe anche risolvere un rebus rimasto irrisolto per decenni. Sembra infatti che l’importante reperto possa essere associato a un bassorilievo conservato presso il Museo Archeologico di Napoli di cui fin ora era ignota la provenienza. Le scene di caccia, di combattimenti tra gladiatori e processioni sembrano il naturale completamento del recente ritrovamento, una possibilità che entusiasma gli archeologi alle prese non soltanto con un importante scoperta, ma anche con la probabile risoluzione di un rompicapo rimasto irrisolto dall’inizio del XIX secolo.
“Questi scavi – ha dichiarato Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei – sono il frutto del grande Progetto Pompei voluto e finanziato dal Ministero, che vede scavi in tutta la città. In particolare, ci concentriamo sugli edifici pubblici, i più utili per capire l’assetto socio-politico, delle epoche più antiche. In qualche modo, compensano la mancanza di fonti letterarie; Pompei era infatti una cittadina secondaria, uguale a molte altre, e gli storici, come lo stesso Tacito, ne parlano ben poco”.