Un polpo ha annegato un cane a Palinuro? Cosa è successo
L'incredibile storia arriva da Palinuro, nel comune di Centola, in Campania, e vede protagonisti un polpo e un cucciolo di cane: cosa è successo
A Palinuro, nel comune di Centola, un polpo ha trascinato in mare un cucciolo di cane che era caduto tra gli scogli, facendolo così morire affogato?
La notizia ha dell’incredibile ma, stando a quanto riportato da ‘Il Mattino’, l’episodio è accaduto realmente e proprio mentre i Vigili del Fuoco e il personale della Capitaneria di Porto erano impegnati a completare l’operazione di recupero del cagnolino, scivolato tra gli scogli in un punto difficile da raggiungere. ‘TgCom24’ ha però smentito parzialmente questa ricostruzione.
Polpo trascina cane in mare e lo uccide? Cosa è successo
Il cucciolo di cane protagonista della storia riportata da ‘Il Mattino’ sarebbe caduto improvvisamente tra gli scogli. I passanti, attirati dai lamenti dell’animale, avrebbero tentato di tirarlo fuori da lì, ma invano. Il cane, infatti, sarebbe caduto in un’area difficile da raggiungere. Per questo motivo si sarebbe reso necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco e del personale della Capitaneria di Porto ma, proprio durante l’operazione di recupero dell’animale, un polpo, stando al racconto riferito da ‘Il Mattino’, avrebbe trascinato il cucciolo di cane in mare e in pochi secondi lo avrebbe portato sott’acqua, provocandone così il decesso per affogamento. I soccorsi si sarebbero rivelati, purtroppo, inutili.
La notizia ha fatto rapidamente il giro del web e Parisi, il capo reparto dei Vigili del fuoco di Policastro, intervenuti nell’operazione di soccorso, ha fatto alcune precisazioni a ‘TgCom24’: nel momento in cui i Vigili del Fuoco hanno raggiunto il molo di Palinuro per cercare di trarre in salvo il cagnolino caduto tra gli scogli, l’animale purtroppo era già morto. Il polpo, quindi, stando al racconto del capo reparto dei Vigili del Fuoco di Policastro, ha trascinato in mare il corpo del cane già morto.
Il polpo e il cane: dove è successo
I fatti narrati si sono svolti nel comune di Centola, in provincia di Salerno, nel Cilento. La città di Centola si trova alla foce di due fiumi, il Lambro e il Mingardo, a una quota pari a 130 metri sul livello del mare. Tra le sue frazioni, spicca la già citata località di Palinuro.
L’origine di Centola si fa risalire a dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476), quando la tribù degli Ostrogoti occupò gran parte dell’Italia meridionale, inclusa la città della Molpa. L’imperatore Giustiniano d’Oriente, rimasto unico padrone dell’Impero Romano, inviò in Italia il generale Belisario allo scopo di allontanare gli Ostrogoti. Nel 547, Belisario saccheggiò e incendiò la città della Molpa, distruggendola e costringendo gli Ostrogoti superstiti a darsi alla fuga. Cento di loro raggiunsero le colline e si stabilirono ai piedi della montagna delle Fontanelle, in un posto riparato e sicuro, detto Vallone. Dal loro numero il nuovo nucleo abitativo venne chiamato “Centula“.
La storia si intreccia con la leggenda a Centola: si narrà, infatti, che il nocchiero di Enea morì proprio nelle acque del mare centolese: tradito dal sonno, cadde in acqua, ma, una volta che era riuscito a raggiungere la riva, fu assalito e ucciso dagli indigeni.
In questa zona è possibile ammirare insenature frastagliate, distese di spiaggia e baie e grotte marine (Azzurra, del Ribalto, Calafetente, del Buon Dormire, delle Ossa), tra stalattiti e pareti con resti di ossa umane e di animali preistorici.
Tra le mille spaccature nelle rocce, s6opra le quali svetta il faro di Capo Palinuro, nidificano diverse varietà di uccelli e crescono piante e fiori tipici dell’ambiente mediterraneo.
Tra i luoghi da visitare a Centola spicca la chiesa barocca di San Nicola di Mira, che fu inaugurata nel 1617. All’interno di questo edificio religioso è possibile osservare una croce di argento astile del 1458 con stucchi seicenteschi.