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Nasce la "Scuola di Principesse" per bambine. Ma è già polemica

A Rho, in provincia di Milano, sta per essere inaugurata la prima "Scuola di Principesse" per bambine: sui social è già polemica. Ma di che cosa si tratta?

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Molte bambine sognano di diventare principesse per un giorno, indossando abiti pomposi e imitando le gesta delle loro eroine dei cartoni animati. Proprio sulla base di questa idea nasce la prima “Scuola di Principesse” italiana, un vero e proprio corso dedicato alle arti più “eleganti” come il galateo, la dizione e il portamento. Aperta a bambine e bambini di età compresa tra i 6 e i 9 anni, presto la scuola inaugurerà le sue primissime lezioni che – almeno nelle intenzioni di chi le sta organizzando – dovrebbero rappresentare poco più che un gioco per i piccoli partecipanti. Ma la polemica social non si è fatta attendere.

Cos’è la “Scuola di Principesse”

La “Scuola di Principesse” nasce da un’iniziativa di Stefania Vadalà, wedding planner e fondatrice della Maison degli Eventi, che si occupa di cerimonie come matrimoni, battesimi e compleanni. I corsi, in partenza il prossimo aprile, si terranno a Rho (in provincia di Milano) e avranno la durata di tre mesi. Quali sono le lezioni previste per i piccoli “allievi”? Si parla di bon ton e dizione, portamento e galateo, ma anche corsi di trucco e acconciatura e persino di camminata coi tacchi. Insomma, tutto ciò che serve per diventare una principessa d’altri tempi.

Secondo le intenzioni della sua ideatrice, la scuola è aperta non solo alle femminucce, ma anche ai maschietti: d’altra parte i bimbi sono curiosi, soprattutto in questa fascia d’età (i corsi sono disponibili per chi ha tra i 6 e i 9 anni). Nonostante tutto, le accuse di sessismo non si sono fatte attendere. Dal momento stesso in cui la Vadalà ha pubblicato la locandina della sua “Scuola di Principesse” sui social, il post è stato travolto dalle critiche.

Le polemiche social

A prima vista, in effetti, gli ingredienti sembrano esserci tutti: una locandina che immortala una bellissima bimba vestita da principessa, a rappresentazione di quello che è un cliché difficile da sradicare anche nel mondo odierno. Un cliché che vuole le femminucce desiderose di vestire con abiti pomposi, di truccarsi e agghindarsi come principesse ed essere sempre eleganti, per soddisfare un senso estetico che, almeno nell’infanzia, non dovrebbe avere alcun rilievo. Ma la “Scuola di Principesse” è davvero il luogo in cui le bimbe verranno trasformate in piccole adulte, pronte ad apparire perfette agli occhi degli altri?

La fondatrice, Stefania Vadalà, ha deciso di intervenire per smorzare la polemica. In un post condiviso sulla pagina Facebook dedicata alla Maison degli Eventi, si legge infatti: “Il post non intendeva proporre un corso di educazione per bambine, non voleva proporre di abbracciare stereotipi di genere e non voleva criticare altre forme d’espressione dell’infanzia. Per noi, bambini e bambine possono essere qualsiasi cosa. […] Questa è una ludoteca. Il fatto che ci fosse una bambina nella foto di presentazione, scelta forse un po’ sommaria, non esclude che l’invito fosse aperto a tutte e tutti. Oggi si gioca alle principesse, domani agli indiani. Tutto qui”.

In un’intervista rilasciata a “Il Giorno”, poi, la wedding planner ha rivelato qualche dettaglio in più su questa scuola che tanto ha già fatto discutere: non ci saranno tacchi a spillo su cui imparare a camminare, bensì ballerine luccicose con piccoli tacchetti per imitare la mamma. Tra dizione e bon ton, invece, l’obiettivo è solo quello di stare seduti composti a tavola senza dire parolacce o frasi poco carine. Magari addirittura imparare a salutare in altre lingue, in maniera del tutto giocosa. E se in un primo momento, travolta dalle polemiche, la Vadalà aveva pensato di bloccare il progetto sul nascere, ora ha intenzione di ampliare i posti a disposizione e, magari, accogliere anche bambini fino agli 11 anni.

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