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Arte & Cultura

Mottola, le meravigliose Grotte di Dio incantano turisti di tutto il mondo

Per gli appassionati sono così belle da essere paragonate alla Cappella Sistina: le meravigliose chiese rupestri di Mottola sono un incanto

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Incastonate nell’affascinante territorio di Mottola, in provincia di Taranto, si nascondono “le Grotte di Dio”, luoghi d’incanto, perle di Puglia, chiese rupestri di abbagliante bellezza, riconosciute da studiosi di tutto il mondo come la  Cappella Sistina del Mezzogiorno d’Italia.

Mottola, conosciuta anche come “la “Spia delle Puglie” per la sua posizione strategica che volge lo sguardo verso il bellissimo panorama del golfo di Taranto, fu un punto di riferimento del cenobitismo ipogeo, una forma comunitaria di monachesimo i cui adepti scelsero come luogo di preghiera le particolari grotte che caratterizzano questo territorio.

Quattro le chiese che formano il meraviglioso diadema sul volto della provincia pugliese dedicate ad altrettanti santi: Santa Margherita, Sant’Angelo, San Gregorio e San Nicola, edifici sacri costruiti in un arco di tempo molto vasto, tra l’XI e il XIV secolo che richiamano nella provincia pugliese studiosi e turisti da tutto il mondo.

Gli affreschi religiosi, che ne ornano le pareti,  non mancano di sorprendere i numerosi turisti che giungono sui rilievi tarantini per ammirare questa rara testimonianza di bellezza che potrebbe a breve entrare nella lunga lista dei siti italiani patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Atmosfere incantevoli, dipinti antichi di pregevole fattura ancora ben conservati, suggestioni sacre rappresentate con precisione sulle antiche mura.

Tra le immagini più significative, fondamentali per l’immaginario collettivo dell’interno Occidente, c’è la rappresentazione del miracolo di Myra compiuto da San Nicola, importante raffigurazione che si può ammirare nella chiesa di Santa Margherita.

Le immagini rappresentano uno dei miracoli del Santo: un padre, non avendo i soldi della dote necessari a far sposare le sue tre figlie, pensò di farle prostituire pur di ottenere il denaro necessario. Gli apparve allora San Nicola che portò in dono tre sacchetti ripieni di ricchezze, che salvarono le fanciulle dal triste destino. Nel tempo, per ricordare questo episodio, si diffuse la tradizione di scambiarsi un dono il 6 dicembre, giorno in cui si celebra San Nicola, una tradizione ancora oggi molto diffusa nei paesi di fede protestante dove il santo originario delle Turchia perse nel tempo la propria identità per diventare poi quel Santa Claus venerato soprattutto nei paesi protestanti che la tradizione poi ci ha restituito sotto forma di Babbo Natale.

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