Le suggestioni mistiche della sacra di San Michele
Luogo carico di misticismo, l'abbazia benedettina è uno dei monumenti più affascinanti del Piemonte, crocevia di energie magiche
I suoi mille anni di vita li dimostra tutti, attraverso una carica di irresistibile fascino e di profonda suggestione. L’abbazia di San Michele della Chiusa, che si eleva fiera e maestosa sul monte Pirchiriano, vetta di quasi mille metri d’altezza che sovrasta la Val di Susa, è un meraviglioso complesso architettonico in stile romanico, un punto di riferimento vitale per i pellegrini che dalla Francia si spostavano in Italia. L’atmosfera che si respira in questo luogo sembra richiamare quei giorni di oltre un millennio fa quando proprio a ridosso dell’anno mille, periodo carico di significato e attese, fu realizzata l’abbazia con l’annessa foresteria dove gli stranieri di passaggio trovavano in questa sorta di bed & breakfast ante-litteram, ristoro, riposo e conforto, dopo la lunga traversata attraverso le Alpi.
L’aspetto scenografico, la bellezza dell’architettura e l’unicità del panorama, che si può ammirare da questo luogo privilegiato del Piemonte, fornirono ad Umberto Eco, esponente di spicco della cultura italiana, gli spunti necessari per realizzare “Il Nome della Rosa”, il suo romanzo più conosciuto e apprezzato.
A volerne la costruzione fu il vescovo Annuncone. Decise di edificare su questa vetta, che alcuni studiosi ritengono sia stata occupata, per la sua eccezionale posizione strategica, fin dall’epoca romana, un tempietto dedicato a San Michele, l’arcangelo particolarmente venerato durante il Medioevo, epoca violenta e ricolma di guerre, che vedeva nell’arcangelo capo dell’esercito degli angeli – uno dei fautori della sconfitta degli angeli ribelli che rinnegarono Dio – come un punto di riferimento molto apprezzato dalle persone che vissero in un periodo storico particolarmente difficile e incerto.
Secondo la leggenda fu lo stesso San Michele a chiedere al vescovo di edificare l’abbazia. Il mito narra che in quei giorni tutta la legna raccolta e depositata scomparve, per ricomparire proprio sopra il monte Pirchiriano, un chiaro invito alla costruzione dell’abbazia che nel 2016 è stato visitato da almeno 100 mila persone.
Il luogo scelto per la costruzione del luogo sacro non sarebbe casuale: secondo vecchie credenze l’abbazia di San Michele sarebbe collegata da una linea energetica – fondamentale elemento della magia bianca – a tre santuari dedicati all’entità angelica, e cioè Mont-Saint Michel in Francia e Monte Sant’Angelo in Puglia. Al di là delle leggende, una linea ben più concreta e tangibile toccava l’abbazia ed era la via Francigena che conduceva in questo luogo così carico di misticismo e mistero, molti pellegrini. Negli anni la posizione strategica particolarmente favorevole portò in questi luoghi eserciti, aristocratici e chierici attratti da un’energia particolare e da una bellezza senza pari che si sprigiona sia del complesso architettonico che del paesaggio unico, fuori dal tempo, che caratterizza questi luoghi.