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I Vulcani italiani sotto osservazione. L'allarme è nel tirreno

I Vulcani italiani sono da sempre monitorati. Attraverso strumenti sempre più adeguati ed avanzati, non si smette di monitorare costantemente la situazione dei vulcani nel nostro Paese, attimo dopo attimo, perché in un secondo le cose potrebbero cambiare totalmente

È stata stilata una lista dei dieci più pericolosi nel nostro Paese, definiti i Magnifici. Tra questi figurano: l’Etna , Stromboli, il Vesuvio, Lipari, Vulcano e Pantelleria. Tra le altre cose sappiamo che nelle profondità del mar Tirreno, a circa 3500 metri oltre al Marsili sono presenti altri due enormi vulcani: stiamo parlando del Valivov e del Magnaghi. Quest’ultimo è però un vulcano spento da milioni di anni, differentemente dal Marsili e dal Valivov tutt’oggi attivi e pronti ad esplodere.
Di recente, soprattutto l’area del tirreno, desta molta preocupazione tra gli esperti,  spesso si grida all’allarme. Per quale motivo la situazione è così delicata? Quanto gli italiani devono credere a questi stati di allarmismo?

Nello specifico si sta parlando molto del Marsili: si tratta di un vulcano sottomarino localizzato precisamente nel Tirreno meridionale ed è il vulcano più grande d’Europa.
Si dice in modo chiaro che sia il più attivo di tutti. Ma dove sorge nello specifico? E’ situato tra la costa del Cilento e della Calabria ed è caratterizzato da una crosta di tipo oceanico composta principalmente da silicati di ferro e da magnesio. Lo spessore è poco meno di 10 chilometri.
Gli scienziati non nascondano di essere molto preoccupati per questo vulcano e proprio per questo motivo lo tengono sotto costante osservazione.
Il Marsili,infatti, sembra che rispetto agli altri vulcani italiani avrebbe più possibilità di riattivarsi ed anche da un momento all’altro. Per molti geologi rappresenta una vera e propria bomba ad orologeria. Il punto è che ancora oggi, peroò, non si può in alcun modo riuscire a prevedere il giorno e l’ora di un’eruzione.

Il Marsili potrebbe davvero essere pericoloso per tutte quelle abitazioni che vi sorgono vicine, secondo quanto dichiarano gli scienziati si assisterebbe ad un’immane tragedia che andrebbe sicuramente a coinvolgere tutte le persone che vivono nella zona del Tirreno. Un’eruzione che rientrerebbe nella storia come quella del Vesuvio avvenuta nel 79 d.C. e che, come sappiamo, rase al suolo Ercolano, Pompei, Stabia ed anche Oplontis.

Lungo i fianchi del Marsili  in passato si sono creati giganteschi eventi franosi sottomarini che sono stati in grado di sollevare imponenti onde di tsunami. A testimoniare la pericolosità del vulcano Marsili ed a parlare di forte allarme, sono in realtà le continue scosse che si registrano giorno dopo giorno, settimana dopo settimana.
Sulla sua cima sono stati posizionati vari sismografi che hanno messo in evidenza l’attività sismica locale. Lo scorso settembre una scossa di terremoto di magnitudo 3.2 nel Mar Tirreno ha fatto tremare anche gli scienziati, proprio perché l’epicentro era vicino al vulcano Marsili e  scosse del genere potrebbero risvegliare la sua attività, che alcuni geologi in passato consideravano terminata ben 100.000 anni fa.

In che modo bisogna comportarsi in questi casi? C’è qualcosa che le persone possono fare per mettersi in salvo? La prima cosa che viene proposta dai geologi è comunque quella di evitare uno stato elevato di confusione, che potrebbe solamente portare a far degenerare la situazione. Nello stesso tempo però è bene far sapere ai cittadini che il Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli insieme all’Ingv mettono in evidenza come il vulcano Marsili, una volta risvegliato, potrebbe provocare uno tsunami che in pochissimo tempo, addirittura in soli trenta minuti, potrebbe colpire le coste di Campania, Calabria e Sicilia e distruggerle in modo rovinoso. Il cratere del vulcano è a circa 65-70 chilometri a nord dell’arcipelago eoliano. Il suo complesso si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino.

Tra i Vulcani italiani fortemente attivi figura anche il Vesuvio. La sua situazione? A quanto viene riferito dai ricercatori non sarebbe in alcun modo tanto diversa da quella del Marsili. La verità è che gli abitanti di queste zone non riuscirebbero a salvarsi anche se fosse dato in tempo l’allarme.
A questo punto i geologi fanno comprendere che l’unica salvezza per le persone che vivono nelle zone a ridosso di questi vulcani italiani sarebbe solamente quella di sperare che questi continuino a dormire, a restare cioè nel loro stato attuale.

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