I funghi più velenosi che si trovano nei boschi italiani
Aspetto invitante e profumo inebriante convince centinaia di cacciatori di funghi a raccogliere esemplari velenosi con gravi conseguenze
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Amanita Muscaria
Modello privilegiato dei fumettisti di tutto il mondo, l’amanita muscaria ha l’aspetto del fungo per antonomasia, sembra uscito da un disegno di Walt Disney e non a caso è conosciuto anche come il fungo di Biancaneve. Gambo bianco e una miriade di puntini bianchi a decorare il cappello rosso ne fanno uno dei più bei funghi del bosco. Ma attenzione a mangiarne un pezzo, nonostante non sia mortale i suoi effetti possono essere molto gravi: provoca giramenti di testa, euforia e in alcuni casi anche allucinazioni.
Amanita Phalloides
Soprannominato l’angelo della morte, questo fungo che cresce nelle vicinanze di querce e castagni ha falcidiato decine di persone. Il suo cappello ha un colore che varia dal grigio al verde, passando per sfumature giallognole. L’anello a gonnellino che si sviluppa attorno al gambo è una sua caratteristica da tenere bene a mente per tenere alla larga dei propri cestini questo temibile esemplare.
Gyromitra Esculenta
L’aspetto scuro e rugoso dovrebbe già essere un deterrente alla raccolta, eppure il fungo Gyromitra Esculenta, forse per il suo intenso profumo ha tratto in inganno più di un raccoglitore di funghi. Chi ha avuto la sfortuna di mangiarne anche pochi pezzetti è stato assalito da una sindrome che provoca sonnolenza, anemia e pericolosi danni al fegato e ai reni che possono portare la morte nel giro di qualche giorno.
Amanita Gemmata
Gambo bianco, anello che pare un colletto e un cappello giallognolo tempestato di macchie bianche. L’Amanita Gemmata è un fungo che cresce soprattutto in primavera e lo si può trovare soprattutto nei boschi di latifoglie e aghifoglie. Non è mortale, ma alcune persone particolarmente predisposte hanno lamentato sgradevoli disturbi intestinali.
Amanita Verna
Completamente bianco, dall’aspetto tutt’altro che minaccioso, l’amanita verna è uno dei funghi più subdoli che possono crescere nei prati italiani perché facilmente confondibile con il comune fungo prataiolo. Segno particolare per lasciarsi ingannare è la volva, molto grande e particolarmente vistosa che in questa specie mortale è interrata.
Buoni, pittoreschi, ma potenzialmente mortali. Nei giorni d’autunno i boschi italiani si popolano di funghi e alla loro presenza le radure sono battute da tanti appassionati armati di bastone e cestino alla ricerca della prelibata pietanza. Cotti in padella, utilizzati come accompagnamento per gustosi piatti di carne o ingrediente principe per succulente pappardelle, la caccia al fungo si traduce in un pasto luculliano, soddisfacente e ricolmo di gusto raro.
La passione per i funghi in Italia è talmente diffusa che non mancano corsi professionali di micologia che permettono di riconoscere i funghi buoni da quelli cattivi e ottenere così il patentino obbligatorio per poter raccogliere i prelibati frutti del terreno. Da Bolzano a Palermo, passando per Firenze, Roma Napoli e tutte le altre città italiane che hanno boschi nei dintorni, i corsi non mancano.
Per gli amanti del fai da te e dei vecchi consigli dei nonni invece state all’erta: le insidie si nascondono sotto l’aspetto di funghi dalle caratteristiche familiari. Ogni anno decine di persone sono ricoverate per avvelenamento da funghi velenosi e spesso qualcuno ci rimette anche la vita. Ecco la lista dei temibili assassini dei boschi.