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L'Etna ha una nuova vetta dopo l'eruzione: si chiama Voragine

L'Etna, il maestoso vulcano siciliano, ha una nuova cima: il cratere Voragine, emersa a seguito di recenti eruzioni che hanno cambiato la sua morfologia

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

L’Etna, situata sulla costa orientale della Sicilia, è uno dei vulcani più attivi al mondo e il più alto d’Europa, con una storia eruttiva che risale a oltre 500.000 anni fa. Recentemente ha aggiunto una nuova cima al suo profilo imponente. Voragine, il nome del nuovo picco, ha superato il record di altezza, diventando il punto più alto del vulcano.

Le trasformazioni dell’Etna

In questo luglio 2024, l’Etna ha vissuto due intensi episodi parossistici che hanno trasformato la morfologia dei suoi crateri sommitali. La prima eruzione, avvenuta il 4 luglio, ha visto l’attività eruttiva del cratere Voragine intensificarsi in modo spettacolare, con fontane di lava e una colonna eruttiva che ha raggiunto altezze considerevoli. Questo evento ha accumulato materiali piroclastici sugli orli del cratere, innalzandone l’altitudine.

Gli esperti dell’INGV-Osservatorio Etneo hanno condotto rilievi con droni il 5 luglio, scoprendo che l’orlo orientale della Voragine aveva raggiunto i 3354 metri, uguagliando l’altezza del Cratere di Sud-Est. Tuttavia, un secondo episodio parossistico il 7 luglio ha ulteriormente modificato l’orlo craterico, facendolo crescere fino a 3369 metri.

Questi eventi parossistici non solo hanno innalzato Voragine a una nuova altezza record, ma hanno anche avuto un impatto significativo sui crateri adiacenti. La Bocca Nuova, situata accanto alla Voragine, è stata completamente riempita dai prodotti delle eruzioni, causando un trabocco di lava verso ovest che ha creato flussi di lava lunghi fino a 500 metri.

L’Etna, con i suoi numerosi crateri e la sua attività eruttiva frequente, è un laboratorio naturale per lo studio dei processi vulcanici. Sia le ultime eruzioni recenti sia quelle avvenute in passato hanno modificato profondamente la morfologia della cima dell’Etna, e rendendo necessario l’uso di tecnologie avanzate per mappare con precisione il terreno e le trasformazioni in corso.

I droni, in particolare, si sono rivelati strumenti indispensabili per rilevare queste aree pericolose, permettendo rilievi dettagliati e in sicurezza. Anche i satelliti contribuiscono a questa mappatura, creando modelli digitali del terreno (DEM) su vaste aree, sebbene con una risoluzione inferiore rispetto ai droni.

Il ruolo della tecnologia nei rilievi vulcanici

La misura e la definizione della superficie topografica dell’Etna sono processi complessi che richiedono un alto livello di precisione. Le tecniche tradizionali di topografia, pur essendo accurate, non sono praticabili nelle condizioni pericolose dell’area sommitale dell’Etna. I droni, pilotati da zone sicure, offrono una soluzione ideale, permettendo rilievi dettagliati su aree estese.

I modelli ottenuti da droni e satelliti richiedono spesso punti di controllo al suolo per migliorare la loro accuratezza. Questi punti vengono verificati con altri sistemi, contribuendo a creare modelli del terreno sempre più vicini alla realtà. Il continuo cambiamento della forma del vulcano rende questi studi un lavoro in divenire, con l’obiettivo di aumentare costantemente la precisione delle rilevazioni.

La recente attività eruttiva dell’Etna ha non solo creato una nuova vetta, la Voragine, ma ha anche evidenziato l’importanza della tecnologia avanzata nella comprensione e nel monitoraggio dei vulcani. Con un’altezza record di 3369 metri, la Voragine rappresenta un nuovo capitolo nella storia geologica dell’Etna, segnando una tappa significativa nella continua evoluzione di questo maestoso vulcano.

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