L’eccezionale video di una foca monaca sull’isola di Capraia
L’eccezionale video dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano: un rarissimo esemplare di foca monaca si aggira nelle grotte dell'isola di Capraia
La foca monaca torna a farsi vedere sull’isola di Capraia dopo molti mesi di assenza: lo straordinario avvistamento, reso possibile grazie all’impegno congiunto di associazioni ed istituzioni locali, è stato registrato dalle telecamere di monitoraggio recentemente installate nell’area del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Il nuovo avvistamento della foca monaca a Capraia è la dimostrazione che l’animale, tra le specie in assoluto più minacciate del pianeta, continua a frequentare il sito costiero con una certa tranquillità, anche grazie all’ordinanza che dal giugno 2020 vieta l’accesso all’area.
La foca monaca è tornata a Capraia
Non è la prima volta che la foca monaca viene avvistata in queste zone: dopo un avvistamento del 2009 a Giglio Campese, rimasto perlopiù isolato, il ritorno della foca monaca nelle acque dell’arcipelago toscano è stato accompagnato da diverse testimonianze raccolte nel corso dell’estate del 2020.
In seguito alle numerose segnalazioni avvenute nel giro di pochi mesi, sono stati attivati sopralluoghi e monitoraggi nelle aree in cui era stata vista aggirarsi la foca monaca. Pescatori, turisti, Carabinieri Forestali e ISPRA hanno fornito prove documentali della presenza dell’animale a Capraia, così a partire dal 24 giugno 2020 un’ordinanza del Parco Nazionale ha vietato l’accesso “in ogni forma e con ogni mezzo” alla zona per tutelare il mammifero, tra le specie più rare in Europa.
“Queste immagini sono una conferma straordinaria, e ripagano dell’impegno profuso negli ultimi anni”, ha detto Giampiero Sammuri, Presidente del Parco, nel corso della conferenza stampa dedicata all’eccezionale avvistamento.
Secondo Sammuri, le nuove incredibili immagini della foca monaca a Capraia – che nuota tranquillamente e riposa nelle grotte della costa occidentale dell’isola – sono il risultato di un impegno forte e condiviso, che ha coinvolto cittadini, istituzioni e centri di ricerca.
La sensibilità dei capraiesi e la tempestività dei provvedimenti adottati, che hanno coinvolto anche un attento monitoraggio da parte della Capitaneria di Porto, hanno reso possibile assistere oggi a queste emozionanti immagini.
Una delle specie più minacciate del pianeta
La foca monaca, nome scientifico Monachus monachus, è inserita dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) tra le specie a minaccia di estinzione: si stima che in tutto il mondo esistano oggi meno di 700 esemplari del mammifero marino.
Presente con nuclei riproduttivi nel Mediterraneo orientale, soprattutto in Grecia e Turchia, la foca monaca è considerata estinta in Italia sin dall’inizio del Novecento: era nota, almeno fino agli anni Ottanta, l’esistenza di un nucleo di circa 10 esemplari nel Golfo di Orosei, in Sardegna; per il resto, fatta eccezione di qualche sporadico avvistamento, la foca monaca era praticamente scomparsa.
Da qualche anno però gli avvistamenti della foca monaca sono piuttosto frequenti, soprattutto lungo le coste della Sicilia orientale e nell’Arcipelago Toscano – tra Pianosa, Capraia e l’Isola del Giglio. Alcune foche monache sono state osservate di recente anche a Lampedusa e in Salento.
Così si studia la foca monaca senza disturbare
“In Italia, in particolare, ha pagato a caro prezzo l’antropizzazione delle coste nella seconda metà del ’900 e l’uccisione diretta dei pescatori, che ne avevano individuato un potenziale competitor nell’accesso alle risorse ittiche”, spiegano le ricercatrici di ISPRA Giulia Mo e Sabrina Agnesi.
Adesso però sembra che la foca monaca sia tornata a popolare le acque italiane, anche grazie all’importante sistema di tutela e protezione messo in campo per la salvaguardia dell’areale del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, a partire dall’ordinanza del 2020 che vieta l’accesso ad alcune delle misteriose grotte di Capraia.
“L’allestimento di una estesa rete di monitoraggio in grado di fornire documentazione video-fotografica”, spiegano le ricercatrici, “permette di descrivere la presenza ed il grado di frequentazione di esemplari di foca monaca e di valutare l’andamento dello stato di conservazione della specie nei mari italiani”.
Si tratta, nelle parole del Presidente del Parco, di uno dei più importanti progetti condotti dal Parco Nazionale nel campo della conservazione della biodiversità.
Inoltre, come ricordano le ricercatrici ISPRA e come dimostra la tranquillità dell’esemplare ripreso nel video, le telecamere non recano alcun disturbo agli animali durante la loro permanenza in grotta.