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Arte & Cultura

Chi sono i discendenti in vita di Leonardo da Vinci: la scoperta

Un’indagine genetica ha portato alla scoperta di nuovi dettagli sulla discendenza di Leonardo da Vinci e sull’identità di alcuni suoi eredi viventi

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Leonardo da Vinci, figura centrale del Rinascimento europeo, continua a essere oggetto di studi che ne esplorano non solo l’opera ma anche l’eredità biologica: un’indagine avviata oltre trent’anni fa ha condotto all’identificazione di discendenti diretti in linea maschile della famiglia Da Vinci, persone viventi oggi e riconosciute grazie a un lavoro congiunto tra genealogisti e genetisti.

Quanti sono e dove vivono oggi i discendenti di Leonardo da Vinci

I risultati della ricerca, presentati nel volume ‘Genìa Da Vinci’, sono il frutto di un progetto che coinvolge istituzioni italiane e internazionali, tra cui l’Università di Firenze e la Rockefeller University di New York, con l’obiettivo di ricostruire la discendenza genetica di Leonardo attraverso l’analisi del cromosoma Y.

Secondo quanto documentato nel libro curato da Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato, sei uomini sarebbero stati individuati come portatori dello stesso cromosoma Y che caratterizza la linea maschile della famiglia Da Vinci. Cinque di loro sono attualmente in vita, con età comprese tra i 40 e i 90 anni, mentre il sesto è deceduto recentemente.

Tutti i discendenti identificati vivono in Toscana, ma non nel comune di Vinci: le località di residenza sono Montelupo Fiorentino, Lastra a Signa e Forte dei Marmi. Nessuno di loro era a conoscenza del legame familiare fino a quando non sono stati contattati dai ricercatori. Le verifiche sono state condotte attraverso analisi genetiche comparative, coordinate da David Caramelli e da Elena Pilli dell’Università di Firenze.

Il profilo genealogico tracciato parte dal 1331 e include oltre 400 individui distribuiti su 21 generazioni. Un’ulteriore fase di studio prevede il confronto tra il DNA dei discendenti viventi e i resti rinvenuti in alcune sepolture della famiglia, in particolare presso la chiesa di Santa Croce a Vinci, dove sono in corso scavi archeologici.

In che modo sono stati scoperti i discendenti di Leonardo

Le prime analisi paleogenomiche hanno permesso di identificare un frammento osseo appartenente a un individuo di sesso maschile. Secondo David Caramelli, sarà fondamentale procedere con attenzione. Come riportato su ‘TG Com’, ha dichiarato: “Sarà necessario effettuare ulteriori analisi per valutare se il Dna è sufficientemente preservato e poi, se i risultati saranno positivi, potremo confrontare il cromosoma Y con quello dei discendenti viventi”.

Il progetto internazionale, noto come Leonardo DNA Project, mira alla ricostruzione del profilo genetico del genio toscano. Oltre a individuare i suoi tratti ereditari, l’indagine potrebbe aprire a nuovi ambiti di studio:
Alessandro Vezzosi, curatore dello studio, ha affermato: “Potremo comprendere le radici biologiche della sua straordinaria acutezza visiva, della creatività e forse anche aspetti legati alla sua salute o alle cause della morte”.

Un video diffuso su ‘Corriere TV’ ha mostrato per la prima volta i volti dei discendenti, accompagnando la notizia con una testimonianza diretta. Tra questi, Dalmazio Vinci è il più anziano.

Così ha raccontato il suo percorso: “Quando avevo 18 anni, mio zio mi portò al Museo Leonardiano di Vinci in Toscana e il direttore mi disse: lei appartiene a una delle cinque famiglie che discendono da Leonardo da Vinci. Poi, per una settantina d’anni, non ho saputo più nulla. Fino a qualche anno fa, quando il leonardista Alessandro Vezzosi mi convocò a Firenze e mi fece vedere l’albero genealogico. Se ne cominciò a parlare sui giornali, ma a chi mi faceva la battuta e chiedeva ‘parente?’ non dicevo nulla. Poi, mi hanno preso il Dna, e ora mi hanno confermato che ho proprio il gene del genio”.

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