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Delitti italiani, la Strage di Bologna del 1980: cosa è successo

La Strage di Bologna del 2 agosto 1980 è stato uno dei più gravi atti terroristici in Italia: ecco cos'è accaduto in quella tragica giornata

Pubblicato:

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Era una normale mattina alla stazione ferroviaria di Bologna, affollata di turisti in partenza o in arrivo per le vacanze, quando l’ordigno esplose: la strage, uno dei più gravi attentati verificatisi in Italia, è stata commessa sabato 2 agosto 1980, alle ore 10:25, provocando la morte di 85 vittime e il ferimento di oltre 200 persone. Si tratta di un tragico tassello della storia del nostro Paese, che ci riporta indietro agli anni di piombo e alla strategia della tensione.

La Strage di Bologna: i fatti

A cavallo tra gli anni ’70 e ’80, l’Italia intera è stata scossa da alcuni attentati di gravità inaudita, compiuti all’interno di quella che è stata poi chiamata “strategia della tensione”, un piano volto a destabilizzare il sistema attraverso stragi che dovevano instillare terrore nella popolazione. Alcuni degli attacchi più gravi sono stati la Strage di piazza Fontana (1969), la Strage di piazza della Loggia (1974) e la Strage del treno Italicus (1974).

Uno degli ultimi attentati della lunga e sanguinosa scia di eventi avvenuti negli anni di piombo è stata la Strage di Bologna, verificatasi il 2 agosto 1980. Quella mattina, la sala d’aspetto di seconda classe della stazione ferroviaria era molto affollata, come un qualsiasi sabato del periodo estivo. Gli attentatori avevano piazzato un ordigno a tempo contenuto in una valigia abbandonata, sistemata su un tavolino portabagagli al di sotto del muro portante dell’ala ovest.

Questa scelta si è rivelata fatale, perché ha contribuito ad aumentare l’effetto dell’esplosione. La bomba (oltre 23 kg di esplosivo) è stata fatta detonare alle ore 10:25, provocando il crollo dell’intera ala ovest della sala d’attesa: i danni sono stati gravissimi, coinvolgendo anche la pensilina e il parcheggio dei taxi antistante l’edificio, oltre che il treno Adria Express 13534 Ancona-Basilea, in sosta al primo binario.

L’attentato ha causato 85 vittime, tra cui diversi bambini e molti giovanissimi, ma anche più di 200 persone che sono rimaste più o meno gravemente ferite o mutilate. Immediati i soccorsi, che hanno richiesto uno sforzo incredibile – anche in considerazione del fatto che l’esplosione a Bologna è avvenuta in agosto, periodo di ferie. I soccorritori hanno persino dovuto far ricorso ai bus della linea 37, per carenza di ambulanze sufficienti a trasportare tutti i feriti in ospedale.

Le indagini e i processi sulla Strage di Bologna

In un primo momento, le forze dell’ordine hanno ipotizzato l’esplosione fortuita di una vecchia caldaia situata nei sotterranei della stazione. Questo ha provocato un ritardo nelle indagini, che potrebbe aver permesso agli esecutori materiali della strage di dileguarsi. La storia che ha fatto seguito all’attentato è stata lunga e travagliata, caratterizzata da depistaggi, disinformazioni e sforzi notevoli per la cattura dei colpevoli.

La strage, considerata come un attacco di matrice neofascista, ha visto l’istituzione di quattro diversi processi. Il primo ha avuto inizio nel 1987 ed è stato subito rinviato: al termine dell’iter processuale, la Cassazione ha confermato l’ergastolo per Valerio Fioravanti e Francesca Mambro come esecutori dell’attentato e la condanna per Licio Gelli, Pietro Musumeci, Giuseppe Belmonte e Francesco Pazienza per depistaggio.

Il secondo processo è stato invece istituito nel 1997, e ha visto la condanna a 30 anni – confermata in Cassazione – per Luigi Ciavardini, anch’esso considerato esecutore materiale della strage. Nel corso del terzo processo, iniziato nel 2017, Gilberto Cavallini è stato condannato all’ergastolo per concorso in strage, avendo offerto supporto e copertura agli altri terroristi. Nel 2020, infine, ha avuto inizio il quarto processo che si è concluso con l’ergastolo per Paolo Bellini, 6 anni di reclusione per Piergiorgio Segatel e 4 anni di reclusione per Domenico Catracchia.

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