Dalla fibra del fico d'India nasce una delle eccellenze salentine
Un'azienda di mobilieri di Lecce ha realizzato la prima collezione di complementi di arredo con la fibra estratta dal fico d'India
Mobili e complementi d’arredo realizzati con la fibra del fico d’India. L’idea viene dalla Puglia, precisamente dal Salento. A brevettare la Sikalindi è stata l’azienda di una famiglia di mobilieri situata a Lecce, che opera nel settore dell’arredamento da generazioni. Dopo aver sperimentato diversi materiali reperibili sul territorio, per fabbricare mobili di qualità, come il legno d’ulivo e la pietra leccese, ecco che la scelta è ricaduta su una pianta molto diffusa nel caldo e selvaggio paesaggio del Sud Italia, che è, per l’appunto, il fico d’India.
Una volta perfezionata la tecnica di lavorazione, l’azienda pugliese ha registrato il brevetto e realizzato così la prima collezione di elementi d’arredo con questa fibra legnosa, contenuta all’interno dei cladodi, ossia le pale del fico d’India. L’estrazione avviene quando la pianta è ancora verde, nel rispetto dei cicli di vita della stessa, in modo ecologico e senza l’impiego di prodotti inquinanti.
Parliamo infatti di una pianta classificata come infestante che ha bisogno di essere potata periodicamente, in quanto in grado di vegetare e riprodursi velocemente in modo spontaneo. Una volta estratta la fibra, viene fatta essiccare, ed è allora che acquisisce la sua consistenza legnosa. La lavorazione avviene attraverso una tecnica simile a quella tradizionale di “impiallacciatura”, ma ben più complessa. Ogni singolo foglio di fibra viene selezionato con cura e posato sul piano di legno multistrato, in modo da formare un mosaico di foglie dalle venature imprevedibili, che tratteggiano il piano con texture sempre differenti. Una delle particolarità di questa fibra è, inoltre, l’unicità dei complementi d’arredo che va a rivestire: nessuna superficie realizzata in Sikalindi risulta uguale all’altra, perché le venature di questo materiale particolare creano disegni e colori sempre unici e irripetibili, in funzione delle condizioni di crescita della pianta e della sua esposizione a pioggia, vento e sole.
Ovviamente, gran parte della resa delle creazioni sta anche nelle capacità artigianali e nell’esperienza manuale dei mobilieri. Segue poi una seconda fase, in cui si utilizzano macchine moderne che combinano innovazione e tradizione, rendendo il prodotto più elegante. Infine, si passa di nuovo alla lavorazione artigianale, per la rifinitura e la verniciatura, effettuata a mano.
La materia prima utilizzata proviene dall’area del Salento, grazie ad accordi di potatura gratuita fatti con i proprietari dei terreni. Oltre alle loro forme originali, i complementi d’arredo realizzati con la fibra del fico d’India hanno anche nomi esclusivi, mutuati dal griko – un dialetto salentino di tipo neo-greco che ancora oggi si parla in sette paesi del Salento – come ad esempio i tavoli Siko (fico) o Zonto (fico tardivo).