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Dai cellulari ai tavolini, cosa è stato trovato nel Lago di Garda

Sommozzatori nel Lago di Garda hanno recuperato diversi oggetti e plastica durante l'iniziativa Pulifondali per la Giornata mondiale dell'Ambiente

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Un’immersione a quindici metri di profondità, un gruppo di sommozzatori e una giornata dedicata all’ambiente. Così, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, i fondali del Lago di Garda sono tornati sotto osservazione. L’iniziativa, inserita nel calendario nazionale della manifestazione Pulifondali e Pulispiagge, ha coinvolto oltre 40 località italiane con l’obiettivo di raccogliere i rifiuti sommersi.

Come sono stati ritrovati sedie, piatti e tavolini nel Lago di Garda

I fondali del Lago di Garda sono stati perlustrati dai sommozzatori del gruppo di Riva del Garda, partiti da porto San Nicolò e accompagnati dalla Guardia Costiera. Le immagini riporate su ‘Rainews’ documentano il momento della discesa, le operazioni subacquee e le condizioni dell’acqua nei pressi del porto Catena.

Uno dei sommozzatori ha descritto la situazione come “pessima”, soprattutto “A ridosso della banchina era ricca di spazzatura perché la gente butta giù di tutto”. Ha poi aggiunto che “la situazione migliora solo quando ci si allontana, perché chi getta oggetti in acqua non ha grande capacità di lancio”.

Nel corso della giornata, i sommozzatori hanno effettuato le immersioni fino a 15 metri di profondità nel Lago di Garda, recuperando un bottino eterogeneo: cinque sedie, alcuni cellulari, diverse bottiglie in vetro, piatti e una grande quantità di plastica. Alcuni oggetti sarebbero caduti per disattenzione, mentre altri sembrerebbero essere stati gettati intenzionalmente, forse per goliardia. Tutti i materiali raccolti sono stati fotografati a fine operazione, per documentare visivamente l’impatto della presenza umana sul fondale.

Pulifondali è stata promossa dalla FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee) in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, la Guardia Costiera e la Rai, che ha seguito le operazioni con collegamenti dalle varie tappe del progetto. Il lago di Garda rappresenta solo una delle località coinvolte in questa sorta di “Giro d’Italia ambientale” che, nel 2025, ha visto la città di Lecce come centro simbolico dell’iniziativa.

Perché è importante pulire i fondali del Lago di Garda e proteggerli

Il Lago di Garda, con la sua affluenza turistica e la sua storia naturalistica, si conferma un osservatorio significativo per comprendere e contrastare l’inquinamento sommerso.

Il gruppo sommozzatori di Riva del Garda è attivo nella pulizia dei fondali dal 1970. Negli ultimi anni ha affiancato a questa attività anche il monitoraggio delle specie aliene che minacciano l’equilibrio dell’ecosistema lacustre. Tra queste, particolare attenzione è stata data alla peste d’acqua arcuata, una pianta acquatica originaria del Sudafrica, in grado di espandersi rapidamente attraverso frammenti vegetativi.

Già presente in altri laghi europei come il Lemano e quelli ticinesi, questa specie forma popolazioni dense che ostacolano la crescita della flora autoctona, alterando profondamente l’ambiente subacqueo. Secondo le informazioni disponibili, la pianta è inserita nella lista delle specie invasive proibite dall’Unione Europea.

Graziano Marchi, presidente del Gruppo Sommozzatori di Riva del Garda, ha dichiarato all’interno di un servizio Rai: “Stiamo cercando di sradicare questa pianta e dare più spazio affinché le piante locali possano ricrescere e dare al fondale quell’aspetto primitivo che aveva”. L’intervento ambientale si articola così in una doppia direzione: da un lato la raccolta dei rifiuti, dall’altro la protezione e il ripristino dell’ecosistema originario.

L’obiettivo dichiarato delle operazioni è quello di promuovere una maggiore consapevolezza rispetto all’impatto dei comportamenti umani sui laghi e mari italiani, sottolineando come ogni gesto, anche involontario, possa lasciare tracce profonde nell’ambiente subacqueo.

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