Cosa succede alle api in Emilia Romagna: effetto "climate change"
I bruschi cambi di temperatura di questa primavera 2024 hanno colpito duramente le fioriture e causano difficoltà alle api e gli apicoltori emiliani
La crisi climatica che sta coinvolgendo l’Italia, ma più in generale tutto il pianeta, sta avendo effetti anche nel mondo dell’apicoltura e di conseguenza nella produzione del miele. In particolare, gli apicoltori dell’Emilia-Romagna stanno denunciando forti disagi dovuti agli sbalzi di temperatura che stanno interessando la regione in queste prime settimane di primavera.
Gli effetti del climate change su api e miele
Le preoccupazioni per la situazione delle api in Italia sono state espresse già da tempo da più parti. Le alte temperature che si sono registrate in inverno, infatti, hanno confuso questo animale che nelle giornate più calde è uscito dalle arnie anche se la stagione fredda sarebbe quella dedicata al riposo. L’allarme per il “clima pazzo” che rischia di confondere questo prezioso insetto e di conseguenza la produzione di miele era già stato lanciato tempo fa da Coldiretti. L’associazione aveva denunciato il rischio di dire addio ad un vaso di miele “Made in Italy” su quattro.
Dopo il segnale di forte preoccupazione espresso dagli apicoltori liguri ad inizio anno, in questa primavera 2024 sono quelli romagnoli a rimettere il problema al centro delle discussioni. L’andamento climatico, con inverni caldi e gelate in primavera, purtroppo mette in difficoltà le api e tutto il comparto a queste collegate. Il settore in questione, che nel 2023 in Emilia-Romagna è stato fortemente colpito dai problemi derivati dall’alluvione, rischia molto anche quest’anno per i bruschi e improvvisi cambi di temperatura. A marzo, infatti, le temperature erano alte mentre dopo la metà di aprile si sono bruscamente abbassate creando diverse difficoltà alle api.
L’allarme dell’esperto sulle api in Emilia-Romagna
Purtroppo, sulla produzione e sul commercio di miele italiano pesa molto la concorrenza di quello importato dai paesi dell’Est Europa e dalla Cina che si presenta sul mercato spesso a prezzi molto bassi. Su questa preoccupante situazione si è esposto Pietro Miliffi, apicoltore di Civitella in provincia di Forlì-Cesena e presidente dell’Afa, ovvero Associazione Forlivese Apicoltori (Società Agricola Cooperativa).
All’associazione in questione aderiscono centinaia di soci che operano non solo nel territorio della provincia di Forlì-Cesena ma anche nella zona del riminese e il presidente si è fatto portavoce del disagio del settore. Le sue dichiarazioni in merito sono state riportate da ‘il Resto del Carlino’: “Siamo passati da temperature quasi estive in marzo e nella prima parte di aprile che hanno anticipato le fioriture con le api che hanno iniziato subito a lavorare, ad un brusco calo delle temperature che le ha costrette a rientrare nelle arnie ed ora, come apicoltori, siamo costretti in molte situazioni a dare loro da mangiare. Speriamo solo che smetta di piovere e che le temperature ritornino nella media stagionale, altrimenti saranno guai per api ed apicoltori”.
Pietro Miliffi ha poi ricordato che il settore del miele italiano soffre della concorrenza del miele estero spesso messo sul mercato a basso prezzo ma a discapito della qualità. Per questo il Presidente ha ricordato che invece i produttori italiani è proprio sulla qualità che devono continuare a puntare. Si legge sempre su ‘il Resto del Carlino’: “A noi non resta che puntare sempre di più sulla qualità se vogliamo difenderci e stare sul mercato”.