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Caso scontrino a Firenze: due risotti e un'acqua 101 euro

Un altro caso scontrino sta facendo discutere molti in Italia: a Firenze due persone in un locale hanno speso per due risotti e un'acqua 101 euro

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Un altro “caso scontrino” sta facendo parlare molti in Italia e ha fatto riaprire il dibattito sui prezzi nelle località turistiche del nostro paese. Questa volta il fatto sarebbe avvenuto a Firenze e vede protagonista Luca Santarelli, presidente della Commissione Politiche per la Promozione della Legalità del Comune di Firenze.

Un nuovo caso scontrino in Italia

Luca Santarelli, presidente della Commissione Politiche per la Promozione della Legalità del Comune di Firenze ha deciso di raccontare su Facebook la sua disavventura nella città fiorentina. In un post sul social, Santarelli ha spiegato di aver scelto un ristorante nel capoluogo toscano per un’occasione speciale ovvero festeggiare il suo ingresso in consiglio comunale. Dopo una visita alla Biennale, quindi, Santarelli racconta di essere andato con un’altra persona presso una trattoria di Firenze dove era già stato a mangiare in precedenza trovandosi molto bene. I due hanno ordinato due risotti e una bottiglia d’acqua ma alla fine hanno ricevuto un conto di ben 101 euro: 90 euro per le portate, 3 euro di acqua e 8 euro per due coperti.

Santarelli ha raccontato la vicenda su Facebook e le sue parole di disappunto sono state riprese da ‘La Repubblica’: “Abbiamo mangiato due risotti con i gamberi e il curry, anche se sullo scontrino è riportata la voce ‘secondo’. In realtà ci sono stati suggeriti, perché accomodandomi avevo in realtà chiesto se ci fosse un risotto agli agrumi”. Le disavventure durante il pranzo, comunque, non si sono limitate alla questione scontrino. Santarelli, infatti, racconta anche di essersi tagliato con un bicchiere rotto. Sempre su ‘La Repubblica’ si legge: “Non ho l’abitudine di pranzare o cenare fuori casa ma qualche giorno fa, dopo una visita alla Biennale, volevo festeggiare il mio ingresso in consiglio comunale, assieme a un’altra persona. Così ho deciso di tornare in questa trattoria che tempo fa mi aveva lasciato un piacevole ricordo. Appena ho posato la mano sul tavolo, me la ritrovo insanguinata: il bicchiere era rotto e c’era un vetro sulla tovaglia. Il cameriere non si è neanche scusato, anche se evidentemente ha avvisato i titolari, visto che all’uscita mi è stato riservato uno sconto di undici euro. E alla persona con me è stato messo l’ombrello fradicio dentro al cappotto.”

Alla fine, infatti, lo scontrino da 101 euro riportava anche un abbuono da 11 euro, portando il totale da pagato a 90 euro. Nonostante lo sconto, però, Santarelli ha denunciato come il prezzo fosse comunque alto. La questione, portata alla luce sui social dall’amministratore, ha sollevato nuovamente domande sulla trasparenza dei prezzi nelle città italiane, soprattutto quelle più turistiche.

Altri casi recenti di scontrini e prezzi folli in Italia

Questo nuovo “caso scontrino” si aggiunge a una serie di episodi simili avvenuti nei mesi passati in diverse città italiane. Quest’estate è stato lungo oggetto di dibattito il costo dell’anguria in Sardegna. In particolare a Porto Cervo dove si è arrivati a pagare 42,62 euro, ovvero 15 euro al chilo per il cocomero.

Nel mese di settembre, invece, aveva fatto molto parlare il fatto che due turisti inglesi in vacanza a Positano nella costa amalfitana avevano pagato 30 euro per due birre da asporto. Ad agosto in un locale di Ortisei nella Valgardena un cliente si è lamentato per aver trovato sul conto 3 euro in più per ogni piatto vuoto portato al tavolo.

Ad Arezzo, invece, sempre quest’estate sono stati chiesti 58 euro per il taglio di una torta di compleanno. A denunciare il fatto la cliente che ha pubblicato nei social lo scontrino raccontando che per il taglio della torta sono stati richiesti 4,5 euro per ciascuno dei 13 commensali che stavano festeggiando il compleanno.

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