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Caldo anomalo, slittano i saldi invernali in Italia? La proposta

Il caldo anomalo che si è registrato in Italia ben oltre la fine dell'estate può portare allo slittamento dei saldi invernali: cosa sta succedendo

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Il caldo anomalo registrato in gran parte dell’Italia durante il mese di ottobre, facendo segnare anche punte vicine ai 30 gradi a Roma, potrebbe avere delle ripercussioni sui saldi invernali.

Saldi invernali in Italia: ipotesi slittamento

I titolari di negozi di abbigliamento della Capitale, al contrario di quanto succedeva negli anni passati in questo stesso periodo, fanno fatica a vendere capi invernali: i maglioni sono una rarità, pochi freddolosi li hanno già acquistati mentre in tante vetrine non sono ancora stati esposti.

Le alte temperature rappresentano un deterrente sull’acquisto della merce tipicamente invernale: diversi commercianti non l’hanno ancora esposta a Roma, dove il calo delle vendite della collezione autunno-inverno è stimato tra il 30 e il 40%.

Le testimonianze di alcuni negozianti sono significative: molti raccontano che non solo faticano a vendere abbigliamento destinato all’inverno, ma i clienti non provano nemmeno maglioni autunnali e giacche estive. Il caldo anomalo registrato ben oltre la fine dell’estate ha scoraggiato l’acquisto di nuovi capi, provocando ripercussioni negative nei confronti dei negozi che hanno perso praticamente due mesi di lavoro.

Alla luce di questa situazione la Fismo, la Federazione dei negozi di abbigliamento Confesercenti, ha avanzato una proposta: far slittare l’inizio dei saldi invernali di un mese rispetto al calendario già stabilito. A Roma la stagione degli sconti doveva iniziare a gennaio ma si punta a posticiparla almeno a febbraio.

La richiesta delle associazioni

La proposta della Fismo è stata avanzata tramite una lettera ufficiale, firmata dal presidente Benny Campobasso e indirizzata a Massimiliano Fedriga, il presidente della conferenza Stato-Regioni:

“Le condizioni climatiche anomale, con temperature medie più alte del normale, si sono protratte per tutto settembre e ottobre, condizionando negativamente il lancio delle collezioni invernali – si legge nella missiva riportata da Repubblica – Il commercio di capi, calzature e accessori autunno-inverno sono in netto calo in tutti i territori, con punte fino al -20% rispetto allo scorso anno.

Slittando i saldi, si darebbe modo alle imprese, fortemente penalizzate dalle scarse vendite di questo inizio d’autunno, di recuperare parte dei profitti. Altrimenti, se partissero a gennaio, non c’è tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno. Un’altra proposta è introdurre un regime fiscale agevolato per i piccoli negozi di vicinato sotto i 400 mila euro l’anno di fatturato”.

Dello stesso avviso anche Valter Gianmaria, il presidente della Confesercenti Roma: “I saldi devono essere un evento di fine stagione che adesso ancora non è cominciata al contrario degli altri anni. I numeri su Roma sono allarmanti, sull’abbigliamento abbiamo una contrazione media di vendite pari al 30%, con picchi anche del 40% nelle zone periferiche dove c’è meno turismo”.

Per Valter Gianmaria a Roma, eletta una delle mete preferite dai turisti stranieri, bisogna assolutamente “aiutare i negozi della città, perché devono già fare i conti con la concorrenza di piattaforme eComerce che iniziano i saldi prima degli altri e non rispondono a livello fiscale all’Italia”.

La situazione non è delle migliori per i commercianti, già costretti a dover fare i conti con una crisi resa ancora più evidente dall’aumento dei prezzi: secondo i dati dell’Osservatorio Confesercenti, il 2023 dovrebbe chiudersi con sole 2.167 iscrizioni di nuove attività, più di 3.000 in meno rispetto a dieci anni fa.

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