Brescia, dai ghiacciai riemergono i segreti della "Grande guerra"
I ghiacciai italiani, in rapida ritirata a causa dell'aumento delle temperature, restituiscono reperti antichi rimasti per anni sotto i ghiacci
L’aumento delle temperature e il conseguente ritiro dei ghiacciai in Italia ha fatto emergere nel 2023 numerosi reperti storici risalenti al periodo della Grande Guerra. Oltre ad aver ritrovato armi e munizioni ad agosto è stato rinvenuto anche il corpo di un soldato.
Testimonianze antiche vengono alla luce con lo scioglimento dei ghiacciai
Da tempo ormai gli esperti hanno lanciato l’allarme in Italia per l’innalzamento delle temperature, gli inverni sempre più brevi e il ritiro dei ghiacciai. Questa situazione se da un lato provoca preoccupazione e turbamento dall’altro ha permesso venissero alla luce alcuni reperti antichi.
L’arretramento dei ghiacciai, infatti, soprattutto nel 2023 ha fatto riemergere alcune testimonianze antiche. Nella maggior parte dei casi parliamo di reperti bellici e altri oggi risalenti per lo più alla Prima Guerra Mondiale. Il 2023 è stato un anno ricco di ritrovamenti. Di questo parla anche il report dell’Esercito Italiano riguardo quanto emerso nell’ultimo anno e la zona di Brescia e provincia sembra essere stata una delle più fruttuose. L’estate 2023, ad esempio, presso il ghiacciaio Presena, in località Ponte di Legno, gli artificieri dell’Esercito hanno recuperato tre granate d’artiglieria. A Brescia, invece, i ritrovamenti sono stati molteplici e riguardavano granate d’artiglieria e diverse bombe. Ad esempio, una bomba d’areo inglese e una bomba d’aereo americana da 500 libbre sono emerse allo scalo di via Vergnano a Brescia. Invece, a dicembre sono state rinvenute sempre nel bresciano quattro bombe d’aereo italiane da tre chilogrammi e altri ordigni di diversa tipologia.
Nel complesso dell’Adamello, invece, sono state ritrovate, sempre dagli esperti dell’Esercito, diverse granate ad altezze che vanno dai 2000 ai 2300 metri di altitudine. Le scoperte, però, non sono finite qui. Nei mesi estivi del 2023 sul ghiacciaio del Lares nel Parco naturale Adamello Brenta sono state trovate scatolette di cibo e i resti di scarpe. La scoperta più esaltante, però, sembra essere stata fatta a Vedretta di Lares a quota 2935 metri sempre nel complesso dell’Adamello, tra Lombardia e Trentino Alto Adige. Qui carabinieri della stazione di Carisolo in collaborazione con la Squadra di Soccorso Alpino di Madonna di Campiglio-Carisolo e la Sovrintendenza dei Beni Archeologici della Provincia di Trento, hanno individuato e recuperato i resti di un soldato. Si tratta del corpo di un militare appartenente all’Esercito Austro-Ungarico e morto durante la Prima Guerra Mondiale.
Il corpo dell’uomo era ormai decomposto, mentre la divisa e parte del suo equipaggiamento erano ancora in buono stato. Una scoperta simile era avvenuta nel 2022 al Passo del Tonale. In quell’occasione i corpi di ben 12 militari austro-ungarici erano stati ritrovati in una fossa comune. Tra il 1915 e il 1918, i territori del nord Italia sono stati teatro di terribili battaglie, divenute in seguito note come Guerra Bianca, a cui sono stati dedicati diversi musei.
I ghiacciai come musei conservano testimonianze
I ghiacciai, quindi, quasi come dei musei hanno permesso a moltissimi oggetti di conservarsi per più di un secolo. Dalla Commissione glaciologica lombarda, infatti, spiegano che il materiale ritrovato viene rinvenuto come ben preservato o solo con un po’ di ossidazione. Le spiegazioni della Commissione glaciologica sono state riportate dal Corriere: “Nei nostri rilievi di fine stagione quando la superficie del ghiacciaio coperta da neve è ridotta al minimo è frequente imbattersi in tracce antropiche che spesso in alcune zone montuose del Trentino sono riconducibili a reperti o rifiuti del periodo bellico. Il materiale che si ritrova è carico di brandelli di storia giornaliera fatti di lembi di stoffa, carta catramata, legno, bottoni, ossa di animali, proiettili di diverso calibro e origine conservati perfettamente nel ghiaccio come appena abbandonati o talvolta coperta da una patina ossidativa.”
Se dal punto di vista storico e archeologico queste scoperte risultano davvero importanti dal punto di vista ambientale, invece, destano preoccupazioni. Dato che tutti questi rinvenimenti evidenziano ulteriormente il problema del restringimento dei ghiacciai. Il ghiacciaio dell’Adamello, ad esempio, che ha restituito molte testimonianze del passato si sta ritirando. È considerato il ghiacciaio più grande delle Alpi italiane e negli ultimi vent’anni ha perso la metà del suo volume.