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Arte & Cultura

Trovate le pagine "Facebook" degli antichi vermi abissali

Un team di scienziati dell'Università di Genova ha scoperto che le tane degli antichi vermi abissali erano collegate tra di loro come Facebook

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Un nuovo studio condotto dagli scienziati del team multidisciplinare dell’Università di Genova, con a capo il paleontologo Andrea Baucon, ha fatto una scoperta rivoluzionaria: le tane dei vermi abissali, per secoli, hanno avuto le stesse dinamiche legate a Facebook e ai social network.

Il team dell’ateneo genovese, inserito nell’elenco delle migliori università italiane secondo il QS Rankings 2022, ha studiato le tane fossilizzate prodotte da antichi esseri viventi: si tratta di icnofossili e non di fossili tradizionali. Le case degli organismi ancestrali sono costruite secondo schemi di alta ingegneria: una scelta necessaria, in quanto erano fisiologicamente necessarie all’organismo che le abitava.

Scoperta italiana: trovate le pagine “Facebook” di antichi vermi abissali

Durante la ricerca, gli scienziati hanno notato che le tane fossilizzate sembravano tutte interconnesse tra di loro. Da qui è nata la grande intuizione: andando a collegare le tane trovate nello stesso sito paleontologico, hanno visto che andava a crearsi un intricato e affascinante schema a nodi collegati da link.

Lo schema dei link di collegamento è simile in tutto e per tutto allo schema matematico che governa Facebook e gli altri social network presenti sul web. Una volta realizzata la grande scoperta, è stato come guardare per la prima volta il profilo Facebook di creature abissali come il trilobite, il vermone primordiale o la stella serpentina.

Le tane di acque superficiali sono strettamente collegate l’una all’altra: grazie a quelli che il professor Andrea Baucon ha definito “gli amiconi“, le tane riescono a collegarsi occasionalmente anche con il gruppo delle tane morfologicamente costruite in acque ancora più profonde.

Quella del team di scienziati dell’Università di Genova guidato dal paleontologo Andrea Bucon che si ringrazia per la gentile concessione delle foto, è l’ultima di una serie di scoperte legate ai fossili e al mondo marino in Italia. All’inizio del 2021, per esempio, sulle Alpi Piemontesi sono state trovate le orme fossili di un maxi rettile: un esemplare di una specie che ricorda vagamente i coccodrilli, vissuta circa 250 milioni di anni fa.

Qualche mese più tardi, invece, dai sotterranei dei musei di storia Naturale di Milano, Zurigo e Tubinga, sono stati scoperti i fossili di cinque esemplari di ittiosauri che vivevano in Val Padana: risalenti a 240 milioni di anni fa, gli scheletri appiattiti con il passare dei secoli sono stati ricostruiti grazie all’utilizzo della tecnologia 3D.

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