Roma, 4mila coccinelle per salvare i pini di Villa Leopardi
A Roma per salvare i pini di Villa Leopardi, alle prese con la Toumeyella Parvicornis, nota anche come Cocciniglia Tartaruga, sono usate 4mila coccinelle
A Roma, per curare i pini di Villa Leopardi, sono state arruolate 4mila coccinelle. Non bastasse l’invasione di Ailanto, buona parte dei pini di Roma stanno soffrendo l’aggressione della Toumeyella Parvicornis, conosciuta anche col nome di Cocciniglia Tartaruga, che aggredisce le foglie e indebolisce gli alberi.
In attesa di provvedimenti ufficiali da parte del Comune di Roma, i cittadini si sono mobilitati in autonomia e i volontari dell’associazione “Amici di Villa Leopardi“, presieduta da Massimo Proietti Rocchi, lo scorso 16 settembre hanno liberato nel parco le ultime 200 delle 4mila coccinelle che avranno il compito di aggredire gli insetti infestanti.
Lo scorso 10 settembre si è svolto un incontro organizzato dall’associazione “Amici dei Pini di Roma“, dal titolo ‘Toumeyella parvicornis, cosa abbiamo fatto, cosa possiamo fare’‘. All’incontro erano presenti diversi cittadini e le associazioni “Garden Club Giardino Romano”, “Salviamo i Pini di Corso Trieste”, “Amici di Villa Leopardi”, “Volontari Decoro Tredicesimo”, “Agir Amici dei Giardini Romani”, “Comitato per Saxa Rubra”, la consigliera del I Municipio Nathalie Naim, i tecnici Fabio Filogna (agronomo), Marco Belli (arboricoltore) e Giovanni Vecchione (agronomo).
Su ‘Facebook’, l’associazione “Amici dei Pini di Roma” ha scritto: “Bisogna essere consapevoli che nessuno ha in questo momento LA soluzione al problema. Sono stati persi dalle istituzioni 6 anni in cui la Cocciniglia Tartaruga ha acquisito un vantaggio che potrà essere colmato solo se ci si impegna in una lotta integrata e se verranno messi in campo tutti gli strumenti tecnici di ricerca scientifica, nella consapevolezza che nessuno da solo può pensare di risolvere il problema”.
Dall’associazione hanno spiegato che “l’obiettivo è ridurre la popolazione di Toumeyella Parvicornis a una quantità tale che sia sopportabile dagli alberi in un contesto di equilibrio biologico. L’endoterapia è uno degli strumenti, una tecnica di iniezione del prodotto insetticida abamectina all’interno dei vasi legnosi del pino, sperimentato nell’ultimo anno con risultati incoraggianti. Non è facile applicarla sui pini e, pertanto, bisogna rivolgersi a tecnici che abbiano esperienza di endoterapia su questi alberi. Non può essere inoltre considerato il rimedio definitivo da utilizzare a lungo termine, perché si tratta di una pratica invasiva sull’albero e per l’elevato numero di pini in città”.
In merito all’uso delle coccinelle, che quest’estate hanno invaso la Puglia, l’associazione “Amici dei Pini di Roma” ha affermato: “La lotta biologica ha il fine di ristabilire un equilibrio tra l’insetto nuovo infestante e altri insetti utili che ne possono contenere la diffusione. Si stanno provando i lanci di insetti della famiglia delle coccinelle; alcune si sono rivelate meno efficaci del previsto mentre altre, in particolare l’Exochomus quadripustulatus, stanno dando risultati più convincenti. Anche qui bisogna essere consapevoli che è impensabile che, da sole, le coccinelle riescano a eliminare in tempi molto rapidi un’infestazione che è diventata esponenziale da 3 anni a questa parte. Gli interventi di endoterapia con abamectina e la lotta biologica, però, sono strumenti compatibili”.
L’associazione, poi, oltre a denunciare la “grave carenza da parte del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale“, e cioè “la totale assenza di un piano di annaffiamento estivo degli alberi“, ha ribadito il consiglio di non potare i pini “perché è un albero che soffre molto le potature” e perché “è quanto di più sbagliato si possa fare” per combattere la Toumeyella Parvicornis.