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Arte & Cultura

Ritrovato a Pompei scheletro di un bambino di 7 anni

Il ritrovamento è stato effettuato all'interno delle Terme centrali di Pompei, al via le analisi sul Dna dei resti

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Durante il restauro delle terme centrali di Pompei è stato ritrovato lo scheletro di un bambino. Secondo gli archeologi della soprintendenza di Napoli si tratta di un ritrovamento eccezionale che contribuirà ad aggiungere nuovi tasselli di conoscenza al meraviglioso mosaico di antiche bellezze che sono racchiuse nel parco archeologico di Pompei.

Spaventato da quella incredibile e devastante apocalisse improvvisa che inghiottí in una spirale di terrore tutta la zona circumvesuviana di Napoli, un piccolo bambino, dall’età approssimativa di 7 anni, cerco rifugio nell’imponente edificio delle terme di Pompei nella speranza che quelle spesse mura potessero proteggerlo dallo spavento e dall’inferno di fuoco che di lì a breve si sarebbe abbattuto in quella che all’epoca era una delle più fiorenti città di villeggiatura ante-litteram del mondo romano. Pompei, città conservata per millenni sotto decine di centimetri di terreno e che oggi è sinonimo stesso di antichità e di meraviglia archeologica.

 

Il direttore del Parco, Massimo Osanna, non ha mancato di sottolineare l’eccezionalità della scoperta, per le peculiarità con cui i reperti sono giunti fino a noi.

Nei livelli più bassi della stratigrafia dell’eruzione, di solito, è presente prima il lapillo e poi la cenere che copre ogni cosa. Per il ritrovamento dello scheletro del piccolo abitante di Pompei le cose sono andate diversamente: è stato ritrovato subito in un letto di cenere. Probabilmente in quella porzione di spazio è penetrato solo il flusso piroclastico.

I primi scavi della zona furono effettuati a partite tra il 1877 e 1878. Probabilmente, ipotizzano gli archeologi, lo scheletro del bambino fu già ritrovato all’epoca ma non riportato alla luce per l’impossibilità di effettuare il calco.

I resti del bambino sono emersi da uno strato superficiale di appena 10 centimetri. I ricercatori stanno analizzando il DNA presso il laboratorio di ricerche del Parco Archeologico per ricavare quante più informazioni dall’eccezionale scoperta. 

Un cranio ben conservato, alcuni frammenti di piccole ossa, un ritrovamento quasi completo, a parte la mancanza di una porzione del torace destro, della mandibola e di buona parte delle ossa che compongono gli arti inferiori e superiori. Nonostante ciò i responsabili del Parco sono stupefatti dal ritrovamento che aggiunge preziose informazioni allo sterminato tesoro conservato a Pompei.

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