Quanto è aumentata la spesa al supermercato dal 2020 a oggi
Il 'Corriere della Sera' ha confrontato i prezzi al supermercato di alcuni prodotti acquistati prima nel 2020 e poi nel 2025 per scoprire gli aumenti
Negli ultimi anni il bilancio economico delle famiglie italiane si è fatto sempre più difficile. L’inflazione, l’aumento dei costi energetici e le difficoltà legate a fattori globali come le condizioni climatiche avverse e i conflitti bellici hanno contribuito ad aggravare una situazione economica già difficile. In particolare, la spesa alimentare che rappresenta una voce fondamentale del bilancio familiare, è diventata sempre più alta con rincari che hanno interessato soprattutto i beni di prima necessità.
Scontrino 2020 vs scontrino 2025: stessa spesa, prezzi diversi
Per capire concretamente come è cambiato il costo della spesa negli ultimi anni, è utile confrontare due scontrini dello stesso supermercato. Così ha fatto il ‘Corriere della Sera’ che in un articolo ha condiviso i risultati dell’indagine di confronti di due scontrini della spesa: uno del febbraio 2020 e uno attuale. Acquistando la stessa lista di prodotti nello stesso punto vendita è emerso che ora si paga 26,4% in più. Nel 2020, il totale della spesa era di 66,95 euro oggi, per acquistare gli stessi prodotti, si spendono 84,60 euro, con un aumento di circa 17,65 euro.
La maggior parte dei prodotti ha, quindi, subito un rialzo, contribuendo al netto aumento del totale dello scontrino. L’incremento, però, non è stato omogeneo tra i vari prodotti. La frutta e la verdura, ad esempio, hanno subito aumenti molto rilevanti, questo molto probabilmente a causa delle condizioni climatiche estreme e della siccità. Ad esempio, secondo quando condiviso sempre dal ‘Corriere’ una confezione di fragole da 500 grammi è passata in meno di cinque anni da 2,19 euro del 2020 a 3,98 euro attuali (+81,7%). Una situazione simile per i pomodorini ciliegini che sono andati da 1,98 a 2,98 euro (+50,5%). Ad aumentare di più, però, sarebbero state le banane mignon che hanno registrato un vero e proprio balzo del 154,3%, passando da 1,84 euro a 4,68 euro. Il problema maggiore è che questi rincari, non essendo stati compensati da una crescita degli stipendi proporzionale, hanno ridotto il potere di acquisto delle famiglie.
I prodotti della spesa che hanno visto un aumento maggiore
Il ‘Corriere’ riprende un’analisi di Federconsumatori che ha monitorato un paniere di 100 prodotti di prima necessità. Si è così scoperto che i maggiori aumenti di prezzo negli ultimi dieci anni riguardano soprattutto alimenti essenziali della dieta mediterranea. Pasta, olio, riso e farina, sono ad esempio tra i prodotti che hanno subito incrementi a volte anche superiori all’80%. L’olio d’oliva ha fatto registrare un aumento dell’81% negli ultimi anni. Le cause vanno ricercate nei costi di produzione, nella siccità e nei problemi legati all’approvvigionamento. Anche la pasta è aumentata del 20,7% circa arrivando a toccare quasi 1,70 al chilo. Incrementi anche per il riso, la farina e la passata di pomodoro.
Anche i prodotti proteici hanno mostrato un rialzo nei prezzi. Il salmone affumicato, ad esempio, è passato da 5,90 euro a 6,40 euro (+8,5%) e le uova (confezione da 4) da 1,19 euro a 1,49 euro (+23%). Il latte parzialmente scremato è aumentato da 1,59 euro a 1,89 euro (+18,9%), mentre una cassa d’acqua da 1,5 litri ha subito un rincaro del 25% circa ed è arrivata a costare 2,88 euro. Una lieve diminuzione nel lungo periodo si è osservata sulla carne bovina, così come sembra rimasto stabile il prezzo dell’insalata in busta. Le previsioni per il 2025, però, non sembrano lasciare spazio a un miglioramento dato che si attende un’ulteriore crescita dei prezzi in generale.