A Pompei trovati altri scheletri e affreschi: la scoperta
Dai nuovi scavi nella Regio IX di Pompei, tra il panificio e l’antica lavanderia, sono emersi due affreschi e i resti di tre vittime dell’eruzione
Dai nuovi scavi nel Parco Archeologico di Pompei sono emersi i resti di tre vittime dell’eruzione, pareti affrescate con scene del mito e tracce di mobilio carbonizzato: la nuova importante scoperta è avvenuta nella Regio IX, in un’area ancora in gran parte inesplorata dell’antica città sepolta dall’eruzione del Vesuvio.
In base alle prime indagini, i corpi sono quelli di due donne adulte e di un bambino di circa 3-4 anni, vittime che hanno trovato la morte nel panificio in cui avevano cercato riparo, schiacciate dal crollo del solaio dell’edificio.
Pompei, i nuovi scavi nella Regio IX
La Regio IX di Pompei, tra le terme centrali e la via di Nola, è ancora in parte inesplorata: i nuovi scavi sono iniziati nel febbraio 2023, e interessano un’area di circa 3.200 mq, “quasi un intero isolato della città antica sepolta nel 79 d.C. dal Vesuvio”, si legge in una nota diffusa dal Parco Archeologico.
Il nuovo progetto punta innanzitutto a risolvere i problemi idrogeologici e conservativi del fronte di scavo, cioè il confine tra la parte scavata di Pompei e quella inesplorata. Quasi un terzo dell’abitato antico, circa 22 ettari di case e isolati, è ancora sepolto da lapilli e cenere.
Come avvenne per la sessione di scavi che tra il 2018 e il 2020 portò alla luce la casa di Orione e il Thermopolium della Regio V, una delle botteghe alimentari della città, i nuovi scavi coinvolgono archeologi ma anche archeobotanici, vulcanologi e geologi.
Mentre si rinforzano i fronti di scavo, resi vulnerabili dalla pressione del terreno sui muri antichi e dal deflusso delle acque, continua l’affascinante viaggio alla scoperta di Pompei. In quest’area della Regio IX, già parzialmente indagata nell’Ottocento, sono recentemente tornati alla luce una lavanderia e un panificio, antiche abitazioni trasformate in officine produttive con banconi da lavoro, vasche per la tintura degli abiti e ambienti per la preparazione dei prodotti alimentari.
Le nuove scoperte: scheletri e affreschi nell’antico panificio
Scavando nelle zone della lavanderia e del panificio, sono stati rinvenuti i resti ossei di tre vittime dell’eruzione, “tre pompeiani che si erano rifugiati in cerca della salvezza e che hanno invece trovato la morte sotto i crolli dei solai”.
Come nel caso dei due scheletri rinvenuti nella vicina Insula dei Casti Amanti, si tratta di persone morte sotto i muri della città, che avevano iniziato a tremare ancora prima dell’eruzione pliniana a causa di diversi terremoti e che crollarono sotto il peso della polvere e dei lapilli.
Secondo le prime indagini si tratta di due individui, probabilmente donne, e di un bambino intorno ai 3-4 anni di età: sono stati trovati in una zona già scavata, coperti da appena 40 centimetri di stratigrafia, e mostrano importanti traumi dovuti al crollo del solaio.
Nell’atrio dell’abitazione con forno sono riemersi due cubicoli affrescati con scene rappresentanti il mito di Poseidone e Amimone e quello di Apollo e Dafne. In uno dei due ambienti sono stati rinvenute anche “le tracce del mobilio carbonizzato a causa di un incendio che si sviluppò durante la catastrofe”.
Sangiuliano e Zuchtriegel sul futuro di Pompei
“Questi continui ritrovamenti ci fanno capire quanto ancora c’è da svelare a Pompei”, ha affermato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, giunto sul posto per celebrare la scoperta.
Il ministro ha confermato l’impegno nella prosecuzione del Grande Progetto Pompei: “Occorre assicurare finanziamenti costanti sia per andare avanti con gli scavi”, ha detto, “sia per preservare questo luogo tenendo presente che c’è ancora molto da svelare ai nostri occhi e alla ricerca storica, alla ricerca degli archeologi, a quanti altri si vorranno misurare con Pompei”.
Anche i direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel, esprime la propria soddisfazione: “Ringrazio il ministro per essere venuto qui oggi e per come ci segue, perché pone l’attenzione su quello che c’è oggi ma anche su quello che sarà Pompei nei prossimi 5/10 anni e oltre”, si legge su Ansa.
“Proprio perché il progetto Grande Pompei è stato un successo notevole”, spiega, “vogliamo andare oltre ed evitare di tornare a una situazione per cui abbiamo bisogno di un finanziamento straordinario, lavorando invece nell’ottica della conservazione e cura del patrimonio”.