Allarme in Italia e non solo, mare sempre più scuro: cosa succede
Una nuova ricerca mostra che i mari, compresi quelli italiani, stanno diventando sempre più scuri, riducendo la luce e minacciando la vita marina
Una nuova e allarmante ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Global Change Biology ha svelato che il mare sta diventando sempre più scuro in diverse aree del pianeta, compresi i mari che bagnano le coste della nostra penisola. Questa trasformazione, apparentemente impercettibile all’occhio umano, ha implicazioni importanti per l’ecosistema marino, la pesca, il clima globale e, a lungo termine, anche per la nostra sopravvivenza. A essere colpite non sono solo le remote regioni artiche o antartiche: anche l’Italia, in particolare l’Adriatico centro-settentrionale, mostra segnali evidenti di oscuramento marino.
Mari sempre più scuri: cosa sta succedendo
Il fenomeno dell’oscuramento marino è una delle tante conseguenze del cambiamento climatico che sta colpendo le acque del pianeta. Sebbene il fenomeno sia ancora in fase di studio, le sue implicazioni sono già preoccupanti: la vita marina è in pericolo e con essa molti dei servizi essenziali che i mari e gli oceani forniscono al nostro pianeta. Secondo la ricerca, condotta da un gruppo internazionale di scienziati guidato dall’Università di Plymouth e pubblicato sulla rivista Global Change Biology, tra il 2003 e il 2022 il 21% delle acque marine e oceaniche ha subito un significativo oscuramento. In parole semplici, sempre meno luce riesce a penetrare in profondità nei mari e negli oceani.
A influire su questo fenomeno sono diversi fattori come: l’aumento del plancton, la concentrazione di materia organica disciolta, i sedimenti sospesi e i nutrienti trasportati dai fiumi in seguito a forti precipitazioni. Secondo i dati raccolti dal satellite Aqua della NASA, e analizzati con l’algoritmo Kd(490) che misura la quantità di luce che penetra nell’acqua, in alcune zone del mondo la situazione sarebbe davvero allarmante. La luce solare, infatti, fondamentale per la fotosintesi, arriverebbe sempre meno in profondità.
Le aree più colpite si trovano nell’Atlantico settentrionale, nell’Artico, attorno all’Antartide e nel Mar Baltico. Anche alcune regioni costiere dell’Europa stanno sperimentando questo fenomeno: le coste orientali del Regno Unito, il Mare Celtico e il Mare del Nord mostrano chiare evidenze di oscuramento. L’Italia non è esente dato che anche il Mar Adriatico settentrionale ha visto una riduzione significativa della profondità raggiunta dalla luce. Questo cambiamento non si limita solo alle ore diurne. Utilizzando modelli che tengono conto anche dell’irradianza lunare, i ricercatori hanno rilevato un calo di luminosità anche durante la notte.
Vita marina a rischio e l’impatto sull’ecosistema
La zona fotica, ovvero la parte superiore della colonna d’acqua fino ai 200 metri di profondità, ospita in genere il 90% della flora marina. È qui che la luce solare stimola la fotosintesi e rende possibile la vita di molte specie. Proprio in questa zona, infatti, vivono minuscoli organismi vegetali chiamati fitoplancton, elementi essenziali della catena alimentare marina e responsabili di gran parte dell’ossigeno presente sulla Terra. È in queste acque ricche di nutrienti che la maggior parte delle specie marine trova il proprio habitat ideale per nutrirsi, accoppiarsi e riprodursi.
L’oscuramento progressivo rappresenta quindi una minaccia diretta per questo equilibrio già molto fragile e minacciato da altri fenomeni come il surriscaldamento delle acque. Secondo la ricerca pubblicata nel 9% delle acque oceaniche, la zona fotica si è ridotta di almeno 50 metri, mentre nel 2,6% la riduzione ha superato i 100 metri. Questo ha delle conseguenze nella vita di molti animali dato che diverse specie marine basano le loro attività proprio sulla luce. La riduzione dell’intensità luminosa e l’alterazione dei cicli naturali di luce possono confondere gli organismi marini, alterare la loro fisiologia e persino minacciarne la sopravvivenza.