Il Museo Egizio di Torino cambia look: progetto da 12 milioni
Nuovo look per il Museo Egizio di Torino che in occasione del suo bicentenario ha indetto un concorso vinto dallo studio d'architettura olandese Oma
Il Museo Egizio di Torino sarà oggetto di importanti lavori di rinnovo che saranno eseguiti dallo studio olandese OMA; lo studio ha vinto un concorso internazionale aperto a luglio 2022, in vista del bicentenario della fondazione del Museo Egizio che avverrà nel 2024
Nuovo volto per il Museo Egizio
Nel 2024 cadrà il bicentenario della Fondazione Museo Egizio e in vista di questo importante avvenimento è stato bandito un concorso per dare un nuovo volto al Palazzo del Collegio dei Nobili di Torino. In particolare, saranno svolti lavori per rinnovare la corte interna che sarà ampliata e rivisitata.
Al concorso hanno partecipato 34 aziende provenienti da nove Paesi (Italia, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia) operanti nel settore dell’architettura, del restauro e dell’allestimento di spazi espositivi e museali. Il bando richiedeva di pensare una nuova copertura per la corte e di ridisegnare gli spazi del piano terra rinnovando una superficie che si estende per un totale di circa 925 mq.
Dalla rosa finale dei finalisti composta da Oma, Pininfarina Architecture, Snohetta, Keno Kuma & Associates, Carlo Ratti Associati, lo studio olandese Oma (Office for Metropolitan Architecture) ne è uscito vincitore. Il costo totale dei lavori è di 12,5 milioni e stando al progetto vincitore qui verrà realizzata una Piazza Egizia, coperta e aperta gratuitamente a tutti i visitatori. Non sarà, quindi, necessario essere in possesso del biglietto. Da qui sarà possibile, poi, accedere al Tempio di Ellesija, offerto all’Italia dall’Egitto nel 1970 come ringraziamento per il supporto dato nel salvataggio dei templi della Nubia minacciati dalle acque della diga di Assuan
Le dichiarazioni sul nuovo progetto
Il concorso è stato gestito da Fondazione Compagnia di San Paolo, una delle più antiche e maggiori fondazioni private in Europa, che da anni collabora con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino. In merito al progetto il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo ha fatto delle dichiarazioni che sono state riprese dal Corriere: «Abbiamo svolto un ruolo di mecenate per la cultura. Non finanziamo solo il progetto, abbiamo gestito anche la selezione delle proposte arrivate da 47 Paesi e da studi che rappresentano il meglio dell’architettura a livello globale. Il Museo diventerà ancora di più patrimonio della città».
Anche Evelina Christillin, Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie ha espresso la sua soddisfazione dato che da anni stanno lavorando al bicentenario: «È il calcio di inizio di un periodo bellissimo su cui con il direttore Christian Greco stiamo lavorando già da anni. Pensiamo al Bicentenario da due, tre anni almeno. È stato fatto un lavoro incredibile, ora dobbiamo metterci a correre. Questo è il progetto pilota che guida tutti gli altri, la grande conchiglia in cui metteremo dentro delle perle».
Storia del Museo Egizio di Torino
Il Museo Egizio di Torino è uno dei musei più visitati nel nostro paese e una delle attrazioni turistiche più amate.
Nel 2022 si sono registrati un totale di 898.500 visitatori (compresi partecipanti a eventi istituzionali e privati) dato che segna un incremento del 5% nelle visite rispetto al periodo pre-pandemia. Il sito è anche stato celebrato da Forbes come tappa immancabile durante un soggiorno alla scoperta del capoluogo piemontese. Ma qual è la vera storia del Museo Egizio? Come mai è nato proprio a Torino?
All’inizio del XIX secolo in seguito alle campagne napoleoniche in Egitto in Europa esplose una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie.
Tra i più grandi collezionisti dell’epoca, vi fu il piemontese Bernardino Drovetti che collezionò in questo periodo oltre 8.000 pezzi tra statue, sarcofaghi e mummie, papiri e altri oggetti. Nel 1824 la sua collezione fu acquistata da re Carlo Felice che insieme ad altri reperti di antichità classiche di Casa Savoia decise di dare vita al primo Museo Egizio del mondo.
Nei primi anni oltre alle antichità egiziane, erano presenti anche reperti romani e preistorici, insieme ad una sezione di storia naturale. Con il tempo il numero di reperti provenienti dall’Egitto aumentò sempre più anche grazie ai reperti rinvenuti con gli scavi archeologici condotti in Egitto da Ernesto Schiaparelli e poi da Giulio Farina. Il percorso museale è stato così più volte ampliato e ristrutturato per consentire ad un numero sempre maggiore di visitatori di ammirare le splendide collezioni museali.