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Moltissime città lombarde finiscono in “ate”. Perché?

Perché moltissime città lombarde terminano con il suffisso “ate”? Per rispondere alla domanda dobbiamo tuffarci nell’affascinante mondo della toponomastica.

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Avete notato che moltissime città della Lombardia finiscono in “ate”? Se oltre ad accorgervi di questo fatto vi siete anche chiesti il perché alcuni luoghi presentino questa particolare caratteristica, ecco come rispondere alla vostra curiosità. Per conoscere il processo che ha portato queste città lombarde ad aggiungere il suffisso “ate” alla propria radice, ovvero quella della persona, della divinità o dell’elemento da cui prendono il nome, ci servirà qualche nozione di toponomastica, ovvero la branca che studia l’origine del nome dei luoghi.

Intrecceremo queste informazioni con gli accadimenti storici che hanno visto la Lombardia come protagonista, ovvero le invasioni dei Celti che, inevitabilmente, hanno influenzato la lingua dei popoli autoctoni, livellandosi sul latino e aggiungendo alcune particolarità rimaste intatte fino ad ora. Sulle città lombarde, per esempio, è molto visibile un fenomeno molto particolare di suffissazione, che prevede, appunto, l’apposizione di “ate” al termine del toponimo. Perché è successo, visto che questo fenomeno è visibile principalmente in questa zona settentrionale d’Italia, con rare eccezioni anche in altri luoghi dello Stivale? Generalmente, vista l’ampia diffusione della lingua latina in tutto il nostro Paese, i nomi delle città venivano plasmati seguendo alcune regole di glottologia che coinvolgono proprio il modo di esprimersi degli antichi Romani. Ne volete un assaggio e capire, così, perché certi suffissi caratterizzano le nostre città italiane?

In origine, quando il popolo indoeuropeo, nostro antenato, faceva sentire ancora molto la propria presenza soprattutto in ambito linguistico, il latino presentava un antichissimo “caso”, chiamato “locativo”, che veniva utilizzato per indicare il complemento di “stato in luogo”. Una volta scomparsa questa terminazione nel parlato, che poteva presentarsi sotto forma di suffisso “i”, “ae”, “is” a seconda della declinazione, alcuni toponimi si sono cristallizzati per uso comune, dunque molte città hanno mantenuto finora questa caratteristica, modellata e semplificata in semplici “a” o “i” finale. E il suffisso “ate”, condiviso da oltre cento comuni italiani, da dove deriva?

Con probabili influenze celtiche, molti nomi di città nordiche, di cui moltissime in Lombardia, si sono formati dalla radice del nome principale cui fanno rifermento con l’aggiunta di un suffisso aggettivale e di proprietà, “ate” appunto. Un esempio? Lambrate, comune della provincia di Milano, deriva dal nome del fiume su cui sorgeva, ovvero il Lambro, a cui è stata aggiunta la terminazione “ate”. Lo stesso percorso linguistico lo possiamo osservare anche per il comune di Brembate, da Brembo più “ate”, ma non sono soltanto i corsi d’acqua a influire sui toponimi. Se consideriamo uno dei luoghi più famosi della zona lombarda, ovvero Linate, ci rendiamo conto che l’antico vicus in oggetto prende il nome invece, dalle copiose coltivazioni di lino presenti nella zona. Ora che avete tutte le chiavi giuste per capire perché ci sono moltissime città lombarde che finiscono in “ate”, potete sbizzarrirvi e trovare tutte le tracce lasciate dalla storia, perfettamente visibili fino ai giorni nostri.

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