Durante la seconda guerra punica la battaglia di Canne, nel 216 a.C., che si svolse secondo la gran parte degli storici nei pressi del fiume Ofanto, poco distante dalla città di Barletta, in Puglia, rappresenta un momentaneo punto di svolta per le truppe di Annibale.

Questo scontro tra romani e cartaginesi è da considerarsi il più grande evento bellico dell'antichità, con un bilancio di circa 50mila morti e quasi 30mila prigionieri. Annibale ebbe la meglio per merito della manovra militare a tenaglia: riuscì con un astuto stratagemma a distrarre frontalmente i romani per poi colpirli di sorpresa su entrambi i lati, riuscendo così ad annientare totalmente l'esercito nemico.

In seguito allo scontro diverse città legate a Roma, come per esempio Capua, si allearono con Cartagine. Nella parlata genovese esiste un'aspressione traducibile con essere in canne che sta a indicare l'essere in stato di difficoltà, come i romani a Canne.

Il sacco di Roma è datato 24 agosto 410 d.C. e concluse il terzo assedio - dopo quelli del 408 e 409 - condotto dai Visigoti di Alarico I ed ebbe un'immediata risonanza in tutto l'Impero, avvertito come evento epocale.

Alarico marciò sulla capitale dell'impero romano dopo che la porta Salaria era stata aperta a tradimento, la prese e la saccheggiò per tre giorni.

I Visigoti lasciarono Roma carichi di bottino e Alarico, passando da Capua e da Nola, si diresse a Reggio Calabria, dove preparò una flotta, con l'intenzione di conquistare l'Africa, il granaio dell'impero, per poi impadronirsi dell'Italia. Ma una tempesta disperse e affondò le navi quando erano già in parte cariche e pronte a partire.

L'assedio di Capua, episodio chiave per la conquista del Regno delle Due Sicilie, avvenne nel 1860 per opera delle truppe garibaldine e portò alla proclamazione del Regno d'Italia.

Capua era una città fortificata in provincia di Caserta, considerata una delle principali piazzeforti del Regno delle Due Sicilie e definita la chiave del Regno per la sua importanza strategica.

Le truppe garibaldine occuparono Santa Maria Maggiore, l'odierna Santa Maria Capua Vetere, e il 1º ottobre 1860 respinsero un assalto dell'esercito borbonico che cercò di riconquistare la cittadina. Una volta consolidata la posizione l'esercito garibaldino cinse d'assedio Capua.

Il 26 ottobre avvenne l'incontro di Teano tra Giuseppe Garibaldi e re Vittorio Emanuele II di Savoia, nel corso del colloquio il comando delle operazioni fu ceduto dai garibaldini ai piemontesi. Questi ultimi continuarono l'assedio e iniziarono a bombardare la fortezza che, il 2 novembre, decise di arrendersi.

La disfatta di Caporetto, detta anche dodicesima battaglia dell'Isonzo, si è svolta il 24 ottobre 1917 e vide le truppe italiane contro quelle austro-ungariche e tedesche. Lo scontro fu vinto da queste ultime e rappresenta la più grande disfatta della storia dell'esercito italiano.

La sconfitta portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna, ritenuto colpevole suo malgrado, con il generale Armando Diaz. Sebbene oggi Caporetto faccia parte della Slovenia, durante la Grande Guerra era in territorio italiano e la sconfitta costrinse l'esercito a indietreggiare fino al Piave con conseguente esodo dei civili veneto-friulani e saccheggio delle loro città.

L'impatto di questa battaglia nella nostra cultura è testimoniato dal fatto che il termine Caporetto è utilizzato oggi, non solo in italiano, come sinonimo di sconfitta disastrosa.

La prima guerra mondiale si svolse tra l'estate del 1914 e la fine del 1918. Prese il nome di Grande Guerra perché fu il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla successivaseconda guerra mondiale.

In Italia si svolse prevalentemente sui rilievi alpini lungo tutto il confine che separava la nostra nazione dall'impero austro-ungarico e, in seguito alla disfatta di Caporetto, con il conseguente sfondamento delle truppe nemiche in territorio italiano, si atetstò lungo la linea difensiva del Piave.

Il 23 ottobre 1918, in condizioni climatiche pessime, gli italiani sfondarono la linea difensiva austro-ungarica a Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, e provocarono il collasso dell'esercito imperiale, che si ritirò in disordine verso le Alpi.

La battaglia di Montecassino fu in realtà una serie di duri combattimenti svoltisi tra il gennaio e il maggio 1944 tra le forze degli Alleati e quelle della Wehrmacht durante la campagna d'Italia nella seconda guerra mondiale.

Il teatro delle operazioni vide le truppe della quinta Armata assaltare, dopo lo sbarco di Salerno, la linea Gustav a sud di Roma, difesa dalle truppe tedesche della decima Armata. Il perno difensivo tedesco sulla Gustav era rappresentato dall'abitato di Cassino che controllava l'accesso alla valle del Liri, e dall'abbazia di Montecassino che permetteva di controllare i movimenti delle truppe nemiche e di inibirne l'avanzata verso la Capitale.

Lo sfondamento alleato della linea Gustav avvenne solo a metà maggio 1944 in contemporanea allo sfondamento del perimetro difensivo tedesco contro la testa di sbarco ad Anzio. Le forze Alleate si aprirono quindi la strada per la conquista di Roma, mentre le truppe tedesche si ritirarono schierandosi sulla successiva linea difensiva, la linea Gotica, lungo la quale continuarono a opporre una efficace resistenza fino alla fine della guerra.