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In mostra a Palazzo Reale i 30 anni in cui la moda italiana è diventata leggenda

“Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001”, la mostra al Palazzo Reale di Milano analizza i trent'anni che esaltarono il Made in Italy

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“Italiana. L’Italia vista dalla moda 1971-2001” è un progetto in forma di mostra e libro, ideato e curato da Maria Luisa Frisa e Stefano Tonchi che racconta il periodo d’oro in cui la creatività italiana è divenuta un punto di riferimento per la moda internazionale, un modello imprescindibile per chiunque si sia avvicinato al mondo dello stile, un’ispirazione costante del bel vestire.

Dal 22 febbraio fino al 6 maggio il Palazzo Reale di Milano, la mostra non sarà semplicemente un’occasione per celebrare l’eccellenza italiana nel campo della moda ma un percorso che si sviluppa in nove stanze dove vengono affrontati nove temi: Identità, Democrazia, In forma di logo, Diorama, Project Room, Bazar, Post Produzione, Glocal, L’Italia degli oggetti. Un percorso fatto di abiti storici, fotografie, opere d’arte, approfondimenti.

Non mancano le divinità del pantheon glamour italiano come Giorgio Armani, la famiglia Versace, Elio Fiorucci, Prada, Ferré e Moschino.

Come immagine simbolo è stata scelta una fotografia di Oliviero Toscani che scattò per “L’Uomo Vogue”, intitolata “Unilook. Lui e lei alla stessa maniera

Dopo la deflagrazione del boom economico che rese gli italiani benestanti, proprio quando l’espansione di quel momento formidabile sembrava essere arrivata alla sua massima manifestazione, i padri del Made in Italy disegnavano i paradigmi del look italiano, invidiato e copiato in tutto il mondo.

Il sistema italiano che si afferma ed espande, agli inizi degli anni ’70 nasce, crea e cementifica in un trentennio una serie di relazioni e scambi culturali tra stilisti, architetti, intellettuali ed artisti che hanno guidato il Made in Italy verso il successo.

Nel 1971 Walter Albini sceglie Milano per mostrare la sua “collezione unitaria” che fece epoca, anni in cui il movimento della liberazione della donna iniziò a scardinare alcune costrizioni retrograde concedendo nuove libertà che si espressero soprattutto nei disegni dei nuovi abiti, pensati per donne finalmente più libere, alla conquista della propria emancipazione. Un trentennio che si chiude nel 2001, quando a cavallo tra due millenni segnati dall’attentato alle Torri Gemelle negli Stati Uniti destinato a mutare radicalmente il mondo, la moda italiana cambia pelle e accetta la sfida della globalizzazione dovendo mutare in fretta metodi di creazione, produzione e comunicazione.

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