Case a Milano, è "caso" affitti: la polemica di Jonathan Bazzi
Jonathan Bazzi, lo scrittore autore di 'Febbre', da anni residente a Milano, ha puntato il dito contro i prezzi delle case in affitto a Milano
Sino a 800 euro al mese, spese escluse, per un bilocale in periferia: scoppia il caso affitti a Milano, a portarlo alla luce lo scrittore Jonathan Bazzi, 37 anni, cresciuto a Rozzano ma da decenni ormai fiero sostenitore della residenza nel capoluogo lombardo. Sino a quando non ha provato a cercare una casa più grande per lui, per il compagno Marius e per i loro gatti, e si è reso conto che le richieste, per gli affitti, a Milano sono insostenibili.
Affitti a Milano: lo sfogo di Jonathan Bazzi
“Inizio a pensare che il mio futuro non sarà più qui, nella mia città”, ha sottolineato l’autore di ‘Febbre’, affidando a Twitter una breve ma efficace disamina: “La situazione case a Milano è irreversibile. Ormai è prassi chiedere 700 per una stanza e almeno 1000 per un monolocale. E andrà sempre peggio. Questi standard non sono sostenibili, se non per pochi”.
Bazzi ha definito “una piaga generazionale, materiale e emotiva”, quella della ricerca di una casa nelle grandi città al giorno d’oggi. E in una intervista al Corriere ha rivelato di avere tentato di differenziare le ricerche, trovando “monolocali a partire da mille euro, per esempio in zona Paolo Sarpi. E a Niguarda, in periferia, un bilocale vale 800 euro ma le utenze sono escluse. Standard insostenibili. Per un taglio più grande ne servono almeno 1.500 al mese. Non nascondo che mi piacerebbe avere uno studio oltre a un semplice tetto, ne va della qualità della vita”.
Lo scrittore, che recentemente ha pubblicato un nuovo romanzo, ‘Corpi minori’, nel corso della sua vita ha vissuto tra Lambrate, Città Studi e Porta Venezia, sino ad approdare in zona Ortica, dove attualmente risiede e dove sta cercando un appartamento più grande in cui trasferirsi con la sua famiglia.
Case a Milano, rialzo del 6,3% nei primi sei mesi del 2022
L’aumento dei prezzi delle abitazioni a Milano era già stato confermato a metà luglio dell’Osservatorio Nomisma, che analizzando l’andamento del mercato immobiliare nei primi sei mesi del 2022 aveva evidenziato come in media, nelle 13 principali città italiane, si sia registrato un aumento del 2,9%, con Milano in testa: + 6,3%. Milano è anche la città in cui i tempi di vendita sono più brevi.
“Un risultato – ha fatto sapere Nomisma – coerente con l’intensità della domanda e l’incremento delle compravendite. La dinamica di rialzo dei prezzi ha interessato anche uffici e negozi che, dopo 13 anni di flessione, hanno registrato per la prima volta una variazione positiva dei prezzi, timida risalita dovuta alla riduzione del potere contrattuale della domanda”. È sempre Milano a guidare i rialzi anche nel comparto commerciale, con un +2,4% tendenziale.
“Se si osserva l’origine dei capitali, in questi ultimi 10-15 anni il mercato italiano è cresciuto soprattutto grazie al capitale straniero e in termini di geografia Milano rimane centrale per gli investitori – ha detto Elena Zanlorenzi, Head of Research Savills, che ha portato dati e numeri relativi al mercato corporate del primo semestre 2022 – Per quanto concerne le aspettative dei prossimi mesi, posto che le proiezioni del quadro economico e politico sono molto peggiorate soprattutto da parte dei consumatori, ci aspettiamo di chiudere il 2022 in modo positivo, rispetto al 2021, anche se il secondo semestre non sarà dinamico come il primo”.