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Campi Flegrei, scoperta una delle eruzioni più potenti

Una nuova ricerca porta alla luce che nella zona dei Campi Flegrei anni fa sarebbe avvenuta una delle scosse di terremoto più forti nell'area

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

I Campi Flegrei sono una vasta area di natura vulcanica che si estende a ovest della città di Napoli per circa 150 km². La sua storia geologica è caratterizzata da eruzioni esplosive e un’intensa attività sismica, che hanno modellato il paesaggio circostante e influenzato la vita delle popolazioni locali. La caldera dei Campi Flegrei si è formata a seguito di diverse eruzioni, ma due in particolare hanno segnato il territorio: l’Ignimbrite Campana, avvenuta circa 40.000 anni fa, e l’eruzione del Tufo Giallo Napoletano, risalente a circa 15.000 anni fa. Oggi, l’area presenta una costante attività sismica e fenomeni di bradisismo, caratterizzati da lenti sollevamenti e abbassamenti del suolo.

La scoperta di una delle eruzioni più potenti dei Campi Flegrei

La Caldera dei Campi Flegrei è tra i vulcani più attivi dell’area mediterranea e anche una delle più indagate. Uno studio recente avrebbe identificato che proprio qui migliaia di anni fa sarebbe avvenuta una delle eruzioni più potenti mai accadute nella zona dei Campi Flegrei. Questo studio intitolato “The Maddaloni/X-6 eruption stands out as one of the major events during the Late Pleistocene at Campi Flegrei” è stato poi pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment di Nature. La ricerca, condotta da un team italiano dell’Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IGAG), della Sapienza Università di Roma, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha ricostruito l’entità dell’evento eruttivo.

Secondo gli esperti, l’eruzione di Maddaloni, avvenuta circa 109.000 anni fa, ha avuto una magnitudo di 7.6, ovvero un valore di poco inferiore alla devastante Ignimbrite Campana. Le testimonianze geologiche di questa eruzione sono difficili da individuare nei pressi del vulcano a causa delle successive colate di lava e depositi vulcanici. Grazie a modelli di dispersione delle ceneri vulcaniche, però, il team di ricerca è riuscito a identificare tracce della cosiddetta eruzione X-6, rilevata in depositi di ceneri presenti in vaste aree del Mediterraneo che vanno dall’Italia centrale fino alla Grecia. Antonio Costa, dell’INGV, ha spiegato che attraverso la modellazione computerizzata è stato possibile stimare parametri come il volume del magma eruttato e l’altezza della colonna di cenere e gas, permettendo una ricostruzione più dettagliata dell’evento.

Le dichiarazioni degli esperti

Secondo quanto riportato dallo studio e dal sito di Ingv questa scoperta può offrire nuove prospettive sui terremoti nei Campi Flegrei. Jacopo Natale, dell’Università Aldo Moro di Bari, ha dichiarato che la ricostruzione della storia eruttiva della caldera potrebbe essere utile per comprendere la frequenza e la magnitudo di eventi futuri. Si potrebbe così avere una valutazione più accurata della pericolosità vulcanica. Si leggono nel sito di Ingv le sue parole in merito: “Il fatto che questo sistema vulcanico abbia prodotto diverse grandi eruzioni nel corso della sua storia suggerisce che la struttura della caldera, la depressione vulcano-tettonica che si forma durante grandi eruzioni a seguito del rilascio di un ingente volume di magma in superficie, potrebbe essere molto più complessa di quanto ipotizzato finora.”

Biagio Giaccio, del CNR-IGAG, ha spiegato che le ceneri vulcaniche depositate in aree lontane dal vulcano possono essere utilizzate per ricostruire eventi eruttivi antichi. Come le impronte digitali o il DNA identificano un individuo, così le caratteristiche chimiche e stratigrafiche delle ceneri possono permettere agli scienziati di risalire alla loro origine e all’evento specifico che le ha generate.

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