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Allarme miele contraffatto in Italia: cosa sta succedendo

Coldiretti ha lanciato l'allarme miele in Italia: i produttori e gli apicoltori sono a rischio per via dell'aumento delle importazioni dall'estero

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Scatta l’allarme miele in Italia: nel nostro Paese continua ad arrivare prodotto dall’estero a prezzi inferiori ai 3 euro, in alcuni casi adulterato o contraffatto, che rischia di mettere all’angolo le produzioni nostrane. Coldiretti ha chiesto “maggiore tutela per i consumatori e gli apicoltori del nostro Paese”.

Coldiretti lancia l’allarme miele in Italia

A lanciare l’allarme sul miele Made in Italy, sempre più minacciato da importazioni estere a basso costo e dai casi di adulterazione, è stata la Coldiretti Ravenna: l’associazione degli agricoltori ha ricordato i numeri del 2024, anno che ha visto arrivare circa 25 milioni di chili di miele dall’estero, il 16% in più rispetto all’anno precedente.

La crescita del miele importato, secondo la Coldiretti, deve far tenere sempre alta la guardia contro il rischio di frodi “per tutelare la salute dei cittadini e l’attività dei produttori italiani, peraltro alle prese con gli effetti del clima e l’aumento dei costi”.

La stessa Coldiretti ha espresso soddisfazione per l’operazione della Guardia di Finanza di Vicenza che ha portato al sequestro di oltre 22.000 chili di miele adulterato o contraffatto proveniente da diversi Stati europei ed extraeuropei, tra cui la Romania, l’Ungheria, la Turchia, la Cina e il Vietnam. Sul sito ufficiale della Coldiretti, in merito alle problematiche causate dall’aumento del miele importato dall’estero, si legge:

“Il prodotto straniero arriva a prezzi stracciati, spesso con l’obiettivo di mettere all’angolo gli apicoltori italiani, esercitando una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello tricolore. Basti pensare al caso limite di quello cinese che seppur non rappresenti una parte rilevante degli arrivi, viene addirittura commercializzato a poco più di un euro al chilo. Ma la media generale si aggira intorno ai 2,9 euro al chilo. Alla concorrenza sleale dall’estero si aggiungono peraltro gli effetti dei cambiamenti climatici che nel 2024 hanno impattato duramente sull’Alveare Italia”.

Secondo quanto riferito da Coldiretti Ravenna, in Italia il consumo di miele pro capite si attesta a circa mezzo chilo all’anno: si tratta di un dato inferiore rispetto alla media europea di 600 grammi e molto lontano dai 1.500 grammi della Germania, stando alle cifre riportate dal Centro Studi Divulga.

L’Italia è un Paese che eccelle per la biodiversità, con più di 60 varietà di miele, come quelle Dop e il miele della Lunigiana, il miele delle Dolomiti e il miele varesino. Sul territorio nazionale, inoltre, vengono prodotti anche mieli speciali in barrique o aromatizzati, come quelli di tiglio, agrumi, eucalipto e acacia.

Le contromisure da adottare

Coldiretti, analizzando il problema, ha spiegato anche cosa fare per evitare di consumare miele di bassa qualità proveniente dall’estero, andando così a supportare i circa 75.000 apicoltori italiani che gestiscono 1,6 milioni di arnie.

Per l’associazione agricola è “fondamentale prestare attenzione all’origine riportata sull’etichetta o, se possibile, rivolgersi direttamente ai produttori locali, come nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica”.

Un ulteriore aiuto, si legge sul sito ufficiale di Coldiretti, “arriva dalla recente Direttiva Breakfast dell’Unione Europea, che ha introdotto l’obbligo di un’etichetta chiara e ben visibile che indichi il Paese di origine, nonché avviato un processo per la creazione di un sistema di tracciabilità del prodotto”.

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