Torino sarà per tre mesi capitale italiana della fotografia
Eventi, workshop, mostre e incontri. Tra pellicole e flash, la kermesse Fotografi-a Torino propone il meglio della fotografia internazionale
Mostre, workshop, iniziative ed eventi organizzati in parte dal comune guidato dalla sindaca Appendino, in parte da gallerie d’arte e istituti di design faranno della città sormontata dalla Mole antonelliana la capitale italiana dell’ottava arte: quella della fotografia.
Gli eventi, tantissimi, sono stati raggruppati in percorsi: si va da quello dedicato all’architettura e al paesaggio a quello dell’astrazione, dalla fotografia storica ai grandi maestri, senza dimenticare gli scatti realizzati nell’ambito della moda e del costume, gli approfondimenti sul reportage, sullo still life e l’universo femminile.
Ideata e curata dal direttore del MEF, Andrea Busto, la kermesse intende mettere in relazione tutti gli spazi espositivi cittadini costruendo una rete di mostre indipendenti per temi, orari e realizzazioni. Molte mostre si inaugureranno il 3 maggio, ma altre saranno visitabili prima di questa data e altre ancora verranno inaugurate durante i tre mesi di programmazione.
«Abbiamo colto – dice Andrea Busto, direttore del MEF – l’esigenza degli operatori del settore di raddoppiare l’appuntamento di Contemporary Art Torino Piemonte, che si svolge a novembre, e di fare rete col tessuto urbano. Il progetto Fo.To è fatto di mostre, incontri, tavole rotonde, letture di approfondimento e si sviluppa in un arco di tempo lungo per dare la possibilità di viverlo a un pubblico il più vasto possibile e lontano da Torino»
Una mappa dettagliata di tutti i luoghi coinvolti, con le informazioni relative agli indirizzi e orari di apertura e chiusura delle mostre, verrà stampata in oltre 100.000 copie. Si va da spazi storici come il Museo del Cinema, il Museo del Risorgimento, Palazzo Chiablese fino a quelli di più recente apertura, come il Museo Ettore Fico, da quelli più innovativi e sperimentali a quelli più classici e consolidati, dalle fondazioni più note, come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo alla Fondazione Accorsi, dalla Fondazione Merz fino a realtà come la Fondazione 107 di via Sansovino, che si sono insediate nella periferia o nei quartieri più multietnici cittadini per partecipare al processo di riqualificazione attraverso l’azione culturale.