La collina del Castello di Udine è un mistero per gli archeologi
La collina del Castello di Udine è un autentico mistero, al centro di un'analisi archeologica: cosa è stato scoperto e cosa ha di così speciale
Il più grande tumulo preistorico artificiale d’Europa si trova a Udine: è la collina del Castello, costruita secondo gli studiosi durante l’Età del bronzo, tra i 3.000 e i 3.500 anni fa.
La scoperta è stata illustrata nel dettaglio da Alessandro Fontana, professore associato di Geografia fisica e geomorfologia presso il dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova. Lo scavo e le successive analisi erano state commissionate quando il Comune di Udine ha annunciato l’intenzione di costruire due ascensori per collegare il centro città al Castello. La Sovrintendenza aveva chiesto quindi un approfondimento e un’indagine archeologica e geotecnica per capire lo stato della collina e accertare l’eventuale presenza di materiale rilevate dal punto di vista storico e culturale, e i risultati sono stati sorprendenti e inaspettati.
Le scoperte sul colle del Castello di Udine
Il colle è risultato essere una collina totalmente artificiale, e non di origine naturale, realizzata in epoca pre-romana, probabilmente tra 3.500 e 3.000 anni fa, durante l’Età del Bronzo: “La realizzazione di un sondaggio stratigrafico era stata avviata lo scorso anno quando, a seguito di indagini geofisiche preliminari eseguite dal dottor Sandro Veronese su prescrizione della Soprintendenza, si erano individuate strutture medievali e rinascimentali – ha spiegato su Facebook il Comune di Udine – Hanno fatto seguito nei mesi scorsi varie analisi archeologiche e geotecniche, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, e indagini geognostiche, tuttora in corso, volte ad analizzare in dettaglio gli aspetti stratigrafici, paleoambientali e cronologici. Le indagini sono coordinate da Alessandro Fontana in collaborazione con i Musei di Udine, nell’ambito del progetto ‘Archeologia Urbana a Udine’”.
Le ricerche hanno dimostrato che gli strati e la argille di cui è composto il colle non sono disposti secondo sequenza naturale e “casuale”, ma sono stati invece accumulati artificialmente, materiale che dovrebbe arrivare dalla zona che oggi corrisponde a piazza I Maggio. Le nuove informazioni ricavate dagli scavi, unite alla re-interpretazione dei dati precedenti, hanno dimostrato che il colle di Udine è quello che in linguaggio archeologico viene chiamato ‘mound’, e cioè un rilievo costruito dall’uomo.
La leggenda del colle di Udine
Già nelle fasi iniziali il tumulo raggiungeva probabilmente quasi 30 metri di altezza e aveva un volume superiore a 400.000 metri quadrati, presentando dimensioni comparabili a quelle odierne: “La scoperta dunque è straordinaria – sottolinea l’amministrazione – in quanto il colle artificiale di Udine costituisce un unicum, senza confronti in Italia ed è probabilmente il più grande di tutta Europa”. Non è ancora chiaro chi abbia costruito il colle, né quale fosse lo scopo. Possibile si sia trattato del desiderio di costruire una cittadella difensiva, o una sorta di santuario con cui incutere terrore nei nemici.
La leggenda diffusa in Friuli e legata al colle del Castello, praticamente l’unica “vetta” in un’ampia porzione di piana friulana, narra che quando Attila conquistò e devastò la romana Aquileia, nel 452 dopo Cristo, il suo esercito come tributo ammasso gli elmi così da permettere al sovrano, come Nerone, di contemplare dall’alto le rovine fumanti della città imperiale semi distrutta. I nuovi studi dimostrano però che ai tempi di Attila la collina era già presente, e da almeno duemila anni.