Alla scoperta dei luoghi magici e misteriosi di Roma
La magia nascosta nei luoghi e in alcuni siti della capitale: scopriamoli insieme
Il Pantheon è uno dei luoghi più misteriosi e magici, non solo in Italia, ma addirittura nel mondo. Venne edificato nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa e ricostruito da Adriano due secoli dopo.
Il termine Pantheon può essere tradotto come una dedica verso tutti gli dei. La magia insita in questo edificio è dovuta a un suo elemento caratteristico: l’oculos, ossia un’apertura circolare posta al centro della cupola che sovrasta il tempio e che permette alla luce di filtrare all’interno. Tale fenditura, secondo varie leggende, venne creata dalla fuga di un diavolo presente all’interno dell’edificio.
La luce penetrante dall’oculos, secondo una corrente teorica, simboleggia l’ascesa al cielo di Romolo; secondo una corrente contraria, invece, l’oculos fu costruito per permettere alle divinità planetarie venerate di trasmettere la loro energia all’interno della struttura architettonica.
Nel giorno del Dies Natalis Urbis Romae, la ricorrenza dell’anniversario della fondazione della città, il 21 aprile, la luce che entra dall’oculos si sofferma con precisione al centro della porta d’ingresso del tempio.
Il Tevere, fiume che attraversa la città capitolina, è un altro luogo che cela magie ed esoterismi. Nelle sue acque, infatti, ai tempi degli antichi romani, venivano gettate le vittime offerte in sacrificio agli dei.
Quando nel 1572 il Tevere esondò, Roma venne colpita da una terribile epidemia di peste. Per cercare di placare l’inarrestabile inondazione, Papa Pio V chiese la redenzione dei peccati commessi dall’umanità gettando un Agnus Dei nelle acque del fiume, che così si ritrasse. La leggenda narra la presenza di mostri marini, ma anche di sirene e draghi, che fuoriuscivano dalle acque del fiume.
Un altro luogo che risulta essere strettamente connesso al concetto di magia si trova poco al di fuori di Roma, presso le caverne dei Parioli. In queste colline, nelle quali risiedevano gli ascendenti degli zingari, chiamati Luperci, venivano praticati riti magici che portavano alla fertilità.
Le donne romane che desideravano avere figli, si recavano in questi luoghi di notte, pregando gli dei. Il rito di fertilizzazione consisteva in una serie di frustate alle quali sottostavano le donne romane.
I Luperci, inoltre, bollivano delle particolari erbe in una pentola molto capiente, e, recitando formule magiche, riuscivano a preparare delle pozioni magiche. Il mattino seguente, le donne che partecipavano al rito, facevano ritorno in città.
In Piazza Vittorio, la cosiddetta Porta Magica racchiude una storia ricca di misteri. In una notte tempestosa del 1680, un viandante bussò alla porta di Massimiliano di Palombara, un marchese esperto in magia nera. All’interno della casa, lo straniero poté osservare un’immensa biblioteca, contenente libri storici, filosofici e di magia.
Il marchese, che studiava la creazione della pietra filosofale, invitò l’ospite inatteso per la notte. Il pellegrino chiese al padrone di casa il permesso di raccogliere delle erbe nel suo giardino, necessarie a effettuare alcuni esperimenti. Il mattino seguente non vi era più alcuna traccia del viandante, che nessuna guardia aveva visto uscire dall’abitazione.
Al suo posto era rimasta solamente una particolare polvere gialla, che altro non era se non oro purissimo. Oltre a tale sostanza, il marchese trovò anche una pergamena che conteneva la formula necessaria per ottenere la sostanza dorata, ma che, nonostante tutti gli esperimenti e studi, il marchese non riuscì mai a decifrare.
Perciò egli prese la decisione di incidere la formula sullo stipite della porta della propria abitazione, ma mai nessuno è riuscito a risolvere l’enigma, che, secondo la leggenda, consente di trasformare qualsiasi metallo in oro puro.
Nel centro storico di Roma, vicino al Pantheon, si può trovare la cosiddetta Piazzetta Esoterica, che risulta essere strettamente connessa alla leggenda della Porta Magica. Questo luogo è in realtà via di S. Eustachio, ma data la sua ampiezza, appare come una piccola piazza.
In una delle abitazioni che si affaccia su questa via, secondo la credenza popolare, viveva un alchimista. Costui era forse il pellegrino che bussò alla porta del marchese Massimiliano di Palombara o forse il famoso Cagliostro.
La magia che infuse alla piazzetta, permise alla via di rimanere eternamente in uno strano silenzio, al contrario delle vie adiacenti, che sono tutt’oggi coinvolte in un frenetico movimento e in un mormorio costante. Nella via è possibile trovare una libreria esoterica e l’enoteca Spiriti, che tramandano il mistero legato alla leggenda.
Nelle notti del 22 febbraio e del 24 giugno, a San Giovanni, venivano celebrati dagli antichi romani riti magici per il festeggiamento del banchetto delle Carisie. Durante le celebrazioni veniva svolto un rito che iniziava con un pasto a base di lumache, che per i romani simboleggiavano la discordia. In seguito, di tali lumache ne venivano rotti i gusci, per evitare che le streghe potessero utilizzarli per effettuare riti magici nei loro confronti.