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Il mistero di Ca' Dario, la casa "maledetta" di Venezia

Alla scoperta della maledizione che ha colpito i proprietari del palazzo veneziano

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Ca' Dario

A Venezia, nel sestiere di Dorsoduro sul Canal Grande, all’imbocco del Rio delle Torreselle, c’è un elegante palazzo in tipico stile veneziano su cui, da secoli, graverebbe una maledizione: tutti i suoi proprietari sarebbero destinati a finire sul lastrico o a morire di una morte violenta.

L’edificio, chiamato Palazzo Dario, è conosciuto ai più come Ca’ Dario. Venne commissionato da Giovanni Dario all’architetto Pietro Lombardo nel 1479 come dote nuziale per la figlia Marietta, promessa sposa del ricco mercante di spezie Vincenzo Barbaro. Giovanni Dario era segretario del Senato della Repubblica di Venezia: alla sua morte, la casa passò alla figlia e qui iniziarono gli strani avvenimenti che contribuirono alla fama dell’abitazione.

Il marito di Marietta, Giacomo Barbaro, subì un improvviso crollo finanziario e morì accoltellato. La moglie non riuscì a reggere il colpo e si suicidò. Il figlio Vincenzo, a distanza di poco tempo, venne trovato morto a Candia, Creta, vittima di un agguato.

Ca’ Dario venne ereditato dai discendenti di Barbaro fino ad Alessandro, membro dell’ultimo Consiglio dei Dieci della Repubblica di Venezia e Consigliere Aulico del Tribunale Supremo di Verona, che all’inizio del XIX secolo lo vendette ad Arbit Abdoll, un commerciante armeno di prete preziose. Il nuovo proprietario, nemmeno a dirlo, andò subito in rovina poco dopo averne preso possesso e fu costretto a cederlo all’inglese Rawdown Brown per 480 sterline.

Nel 1896 la proprietaria di Ca’ Dario divenne la contessa Isabelle Gontran de la Baume-Pluvine, che lo fece restaurare e ospitò il poeta francese Henri de Régnier: quest’ultimo vi restò fino a quando una terribile malattia lo costrinse ad interrompere il suo soggiorno sulla laguna. Nel dopoguerra venne acquistato da un miliardario americano di nome Charles Briggs, che dovette lasciare molto presto la città veneta per rifugiarsi in Messico a causa di voci legate alla natura delle sue frequentazioni.

Da qui la serie di tragici eventi si fece sempre più ravvicinata. Nel 1970 il conte torinese Filippo Giordano delle Lanze, dopo aver acquistato il palazzo, venne brutalmente assassinato al suo interno da Raul Blascich, marinaio croato a sua volta ucciso a Londra dopo la fuga. Ca’ Dario passò nelle mani di Christopher “Kit” Lambert, manager dei The Who che nell’edificio di Venezia vide aggravarsi la sua dipendenza da stupefacenti: questa provocò la rottura con la band, un arresto per detenzione di droga e favorì il suo tracollo economico.

Dei The Who si sentirà parlare ancora nel 2002, quando il bassista John Entwistle, dopo aver affittato Ca’ Dario per trascorrere una vacanza di una settimana a Venezia, verrà stroncato da un infarto.

Prima di morire, Lambert riuscì a cedere il palazzo a Fabrizio Ferrari, un uomo d’affari veneziano che si trasferì tra le sue mura insieme alla sorella Nicoletta, poi morta in un misterioso incidente stradale senza testimoni. A Ferrari non andò meglio: al crack finanziario seguì un arresto con l’accusa di aver malmenato una modella. Il successivo proprietario, il finanziere Raul Gardini, venne coinvolto nello scandalo di Tangentopoli e morì suicida.

La morte di Gardini scoraggiò nuovi acquirenti: il regista Woody Allen fu molto tentato ma alla fine fu convinto a non acquistare il palazzo. In seguito alla morte di Entwistle, Ca’ Dario venne acquisita da una società americana in rappresentanza di un compratore rimasto ignoto.

Nel corso dei secoli, sono diverse le ipotesi formulate nel tentativo di dare una spiegazione alla maledizione di Ca’ Dario. Alcuni sostengono che il palazzo sia stato costruito su un cimitero di templari, altri che sia influenzato da un talismano presente sul portone acqueo del palazzo vicino. Nessuna, ovviamente, è stata confermata, ma chiunque lo abbia visitato, o anche solo guardato, assicura di aver provato uno strano senso di inquietudine.