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Il bunker di Soratte: viaggio attraverso la storia del '900 tra un bombing day e l'altro

Nelle viscere di Soratte,a poca distanza di Roma, c'è un bunker pensato per difendere le alte cariche dello Stato da un attacco atomico

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A poca distanza da Roma c’è un bunker pensato per proteggere il presidente della Repubblica e le alte cariche del Governo italiano dal rischio di un attacco atomico. Il rifugio si trova al di sotto del monte Soratte. Il dedalo di gallerie costruito nelle viscere dell’altura si sviluppa per oltre 4 chilometri e rappresenta una delle più grandi e ambiziose opere di ingegneria militare mai realizzate in Europa.

Voluto da Benito Mussolini per proteggere i membri più importanti del Fascismo in caso di bombardamento nemico, il bunker fu poi occupato dalla Wermacht quando i nazisti, dopo l’armistizio del 8 settembre del 1943, da alleati divennero potenza occupante della Penisola. Dalle viscere della terra romana il federmaresciallo Albert Kesselring condusse le operazioni di “Comando supremo del sud” per tentare di contrastare l’avanzata degli alleati. Nell’ 1944, per stanare il comando tedesco,  vennero sganciate sul rifugio di cemento armato centinaia di tonnellate di bombe. Era il 12 maggio. Nonostante l’incredibile potenza scatenata contro la montagna il bunker tenne. A rimetterci la vita furono un centinaio di soldati tedeschi che occupavano le postazioni antiaeree disseminate lungo le pendici del monte.

A distanza di quasi 20 anni dalla fine della guerra il fitto labirinto di gallerie venne riconvertito in bunker antiatomico. Correva l’anno 1963, le tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica era alle stelle e il timore di un conflitto nucleare quanto mai opprimente. La breve distanza dalla capitale e l’imponente costruzione che aveva retto al massiccio bombardamento degli statunitensi fecero del bunker di Soratte il candidato ideale per il nevralgico quartier generale del Governo in caso di attacco nucleare. Porte a tenuta stagna e tappi di cemento spessi più di 6 metri vennero costruiti per creare il giusto isolamento da un’eventuale contaminazione radioattiva.

La struttura avrebbe dovuto ospitare quanto necessario per sopravvivere lunghi mesi all’eventuale attacco. L’AIEA (l’Agenzia internazionale per l’energia atomica) nel 1993, nel descrivere il bunker del Soratte come modello da seguire in caso di costruzione di opere simili lo definì “in grado di garantire la continuità della nazione in caso di devastazione generalizzata termonucleare”. Parole che a distanza di anni continuano a mantenere, intatta, la propria carica di inquietudine.

Negli anni più delicati della guerra fredda, l’opera venne tenuta nascosta. Gli abitanti delle zone limitrofe non si accorsero di nulla. Quando venne loro rilevata la verità molti non vollero crederci. Fu solo attraverso una visita guidata, oggi accessibile a tutti, che il segreto custodito nelle viscere del monte Soratte venne rivelato.

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