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Ivrea è il 54esimo sito Patrimonio dell'Unesco grazie a Olivetti

Umanesimo lavorativo e profitto da reinvestire al servizio della comunità: la capitale dell'innovazione italiana è Patrimonio dell'Umanità

Ivrea è il 54esimo sito Patrimonio dell'Unesco grazie a Olivetti

Ivrea è Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La città piemontese, sede della gloriosa Olivetti, è il 54esimo sito italiano riconosciuto dall’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che periodicamente analizza le candidature provenienti da ogni angolo del mondo, in special modo dai territori che custodiscono particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale.

L’ultimo comitato del Patrimonio mondiale Unesco, riunitosi nel Bahrein fino al 4 luglio del 2018 , ha assegnato un ulteriore riconoscimento all’Italia, il 54esimo, che conferma il territorio italiano al primo posto nella classifica internazionale delle nazioni che vantano il maggior numero di patrimoni tutelati dall’Organizazione delle Nazioni Unite.

Subito dietro, al secondo posto, la Cina, con 52 siti straordinari disseminati però su un territorio grande più di 30 volte rispetto a quello del Bel Paese.

Ad essere premiata, come ha ricordato Alberto Bonisoli, ministro dei Beni e delle attività culturali, non è solo una città, ma la “concezione umanistica del lavoro pensata e realizzata da Adriano Olivetti”, lo Steve Jobs italiano che negli anni del dopoguerra diede un forte impulso alla ricerca informatica italiana e mondiale trasformando Ivrea in un laboratorio d’eccellenza.

La storia della Olivetti inizia alla fine del XIX secolo. Nel 1896 Camillo Olivetti realizzò la Fabbrica in Mattoni Rossi, un luogo dove l’innovazione era di casa. Da allora la cittadina piemontese, tra realizzazioni di macchine da scrivere all’avanguardia e i primi passi nel mondo dei computer, divenne un faro dell’elettronica e informatica mondiale. I progetti industriali di Olivetti crebbero su solide basi fondate su una ferrea e solida ideologia che poneva il profitto aziendale al servizio e beneficio della comunità.

La famiglia Olivetti ha trasformato nel tempo Ivrea in una città all’avanguardia dove i padiglioni per la produzione dei sofisticati macchinari si sono affiancati a zone residenziali e uffici dedicati ai servizi, costruiti attorno alle innovative idee che hanno elevato la cittadina piemontese in capitale tecnologica non solo italiana, ma anche mondiale.

E intanto dopo Ivrea cresce l’attesa per un ulteriore riconoscimento del Made in Italy: le Colline del Prosecco, meraviglioso territorio che si estende tra Conegliano e Valdobbiadene, dove si produce il vino bianco a Denominazione d’origine controllata tra i più apprezzati al mondo, potrebbe aumentare, già dal 2019, la lista dei luoghi tutelati dall’Unesco, un ulteriore conferma della straordinaria concentrazione di unicità che il territorio italiano custodisce gelosamente.