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Istat, si fanno sempre meno figli: le 3 eccezioni italiane

Prosegue il calo demografico in Italia, nel nostro Paese si fanno sempre meno figli: i base ai dati dell'Istat, però, esistono tre eccezioni

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Un neonato

In Italia si fanno sempre meno figli: il nostro Paese, nel 2024, ha fatto registrare il record negativo di nascite, con un calo del 2,6% rispetto all’anno precedente. Esistono, però, delle eccezioni: in tre zone, tutte di montagna, c’è un’inversione di rotta.

In Italia si fanno sempre meno figli, ma ci sono tre eccezioni

Secondo i dati dell’Istat riportati dal ‘Corriere della Sera’, l’Italia anche nel 2024 ha stabilito un record negativo di nascite, con una diminuzione pari al 2,6% in meno rispetto al 2024. In tutto il Paese si fanno sempre meno bambini, ma andando ad analizzare i numeri a livello territoriale, sono emerse tre zone che fanno eccezione: la Valle d’Aosta, il Trentino e l’Alto Adige.

In Valle d’Aosta le nascite sono salite del 5,5%, nella Provincia Autonoma di Bolzano dell’1,9% e in quella di Trento dello 0,6%. I dati sorprendono perché le uniche tre aree d’Italia dove si fanno più figli appartengono a Regioni a statuto speciale e sono zone di montagna.

Quest’ultimo elemento non è affatto marginale: stando a quanto reso noto dell’Istat, negli ultimi anni è salito il numero di persone che hanno deciso di andare a vivere in zone di montagna, a patto che queste siano fornite di tutti i servizi adeguati e siano in grado di consentire diversi stili di vita, come lo smart working per esempio.

In poche parole, quelle determinate aree geografiche dove la qualità della vita è alta (o comunque più alta rispetto ad altre zone del Paese) favoriscono la natalità. Ragionando in termini più semplici, vivere meglio significa avere meno problemi, aumentando la possibilità di mettere al mondo un figlio e crescerlo.

Calo demografico, le zone in difficoltà

La ricerca dell’Istat ha evidenziato come l’Abruzzo e la Sardegna occupino i posti più bassi nella classifica delle regioni con la minore natalità. A livello generale, nel 2024 i nati residenti in Italia sono stati 369.944, circa 10.000 in meno rispetto al 2023: numeri sempre più bassi, praticamente ai minimi storici dai tempi dell’Unità d’Italia.

Il trend negativo è partito da lontano: l’andamento decrescente delle nascite, in pratica, prosegue senza sosta del 2008, anno in cui la perdita complessiva fu addirittura del 35,8%. Oltre a dipendere dalla bassa propensione ad avere figli (media di 1,18 figli per donna nel 2024) il calo delle nascite è causato anche dalla riduzione del numero di potenziali genitori, per quello che è stato definito come “inverno demografico”.

Dai dati dell’Istituto nazionale di statistica è emerso come le nascite risultino abbastanza stabili all’interno di coppie dove almeno uno dei due genitori è straniero. Il progressivo invecchiamento della popolazione, inoltre, comporta implicazioni sul mercato del lavoro, a partire da un calo dell’offerta della forza lavoro.

Tra i fattori che contribuiscono alla contrazione della natalità in Italia, secondo l’analisi condotta da parte dell’Istat, troviamo l’allungarsi dei tempi di formazione, le condizioni di precarietà del lavoro giovanile e le sempre maggiori difficoltà nell’accedere al mercato delle abitazioni. Quest’ultimo fattore risulta significativo: posticipare l’uscita dal nucleo familiare di origine, infatti, in diversi casi può coincidere con la scelta di rinunciare alla genitorialità, oppure a rimandarla più avanti negli anni.