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Fossanova, l'abbazia cistercense dove è morto San Tommaso d'Aquino

Fondata dai monaci cistercensi, è il primo esempio di architettura gotico-cistercense nel nostro Paese. Qui morì San Tommaso d'Aquino il 4 marzo 1274

Abbazia di Fossanova

La troviamo incastonata nel mezzo della pianura pontina, a ridosso di quello che era il territorio dell’omonima palude e della via Appia che conduceva a Brindisi passando da Terracina.

Una posizione che ha reso l’Abbazia di Fossanova, e il piccolo borgo di case rosse che lo circonda, un luogo di grande rilevanza strategica tanto per lo Stato Pontificio, quanto per le molte famiglie nobili che abitavano i castelli e colli circostanti. Realizzata sui resti di un preesistente monastero benedettina (risalente probabilmente al VI secolo), l’abbazia è il primo esempio di architettura gotico-cistercense nel nostro Paese. E, insieme alla vicina Abbazia di Casamari, una delle sue più alte espressioni.

L’area dove sorgeva il monastero benedettino, e un’antica villa romana con tanto di terme, venne ceduta da Papa Innocenzo II ai monaci cistercensi, ordine creato da San Bernardo di Chiaravalle, nel 1134. Il terreno, però, non era immediatamente “edificabile”: anni di incuria e abbandono avevano trasformato l’intera zona in un acquitrino paludoso, di fatto inabitabile. I frati cistercensi si impegnarono, quindi, in una profonda opera di bonifica, con la creazione di diversi canali di scolo.

Da qui, probabilmente, deriva il nome del borgo e dell’abbazia. Il toponimo Fossanova, infatti, può esser fatto risalire alle opere idrauliche che portarono alla creazione di un nuovo fossato (fossa nova, per l’appunto) necessario per incanalare le acque paludose verso il corso del fiume Amaseno.

La costruzione dell’abbazia e delle strutture attigue richiesero diversi decenni. L’edificio di culto, dedicata alla Vergine Maria e al martire Santo Stefano, viene realizzato a partire dal 1187 e terminato nel secolo successivo. La benedizione dell’altare maggiore avviene il 10 giugno del 1208 a opera di Papa Innocenzo III. Sin dai suoi primissimi anni, Fossanova diventa un punto nevralgico per chiunque viaggi da Roma verso il sud Italia. Da qui passavano, ad esempio, i pellegrini diretti verso la Terra Santa alla ricerca di ristoro, riposo e sicurezza.

Allo stesso tempo, Fossanova vede accrescere anche il proprio status culturale e religioso. Secondo molti studiosi, divenne per decenni un importante centro di incontro dei Cavalieri Templari, come testimonierebbero alcune incisioni e vestigia sparse nel borgo.

Proprio qui, nella cella dell’Abate, perse la vita San Tommaso d’Aquino. Il Doctor Angelicus, colto da un malore mentre si recava a Lione per partecipare al Concilio indetto da Papa Gregorio X, si fermò a Fossanova nella speranza di riprendere le forze e proseguire il viaggio verso nord. La malattia, però, non lasciò scampo al filosofo tomista, che morì il 4 marzo 1274 all’età di 49 anni.

Con il passare dei secoli l’abbazia e il borgo attraversano alterne vicende, non sempre degne della loro imponenza e importanza. A metà del XX secolo molti degli edifici erano ridotti in condizioni pessime, e solo un’attenta opera informativa ha consentito il recupero dell’intero patrimonio architettonico e artistico. Da venti anni Fossanova ospita una rievocazione medievale di grande pregio. Nei tre giorni di festa (si svolge solitamente dall’11 al 13 agosto) le stradine del borgo tornano a riempirsi di cavalieri, di religiosi, di aristocratici, dame e giocolieri, richiamando l’attenzione di migliaia di turisti della costa pontina e romana.

Il Borgo di Fossanova, inoltre, è stato insignito della Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale del Touring Club Italiano.