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Chi è il "boomer milanese" candidato all'Ambrogino d'Oro 2025

Il boomer milanese, fenomeno social che racconta con ironia la Milano anni Ottanta, è tra i candidati all’Ambrogino d’Oro per il suo valore culturale

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Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Boomer milanese candidato all’Ambrogino d’Oro

Tra ironia e identità milanese, uno dei volti più noti del web meneghino è oggi al centro di un riconoscimento ufficiale: la candidatura all’Ambrogino d’Oro, la più alta benemerenza cittadina. Dietro la sua maschera digitale, il “boomer milanese” è diventato in pochi mesi un simbolo della memoria collettiva della città, capace di trasformare un fenomeno social in un fatto culturale

Chi è davvero il “boomer milanese” e perché fa impazzire il web

Dietro il filtro che deforma il volto e amplifica l’accento milanese si nasconde un uomo di 38 anni, professionista, che preferisce mantenere l’anonimato. Il suo alter ego, il “boomer milanese”, è la caricatura affettuosa del cumenda anni Ottanta: giacca doppiopetto, frasi fatte, esuberanza da happy hour, ma anche malinconia per un’epoca in cui la città correva più veloce di tutti.

Nei suoi video, girati tra uffici, bar e tangenziali, mette in scena tic linguistici, vezzi e ossessioni di un’intera generazione, restituendo una Milano che sa ridere di sé senza vergognarsene.

Il personaggio, diventato virale su TikTok e Instagram, conta milioni di visualizzazioni e una community trasversale: piace ai giovani che scoprono un linguaggio ormai scomparso e diverte chi ha vissuto davvero la “Milano da bere”.

Con un’ironia mai volgare, il boomer milanese alterna battute pungenti e riflessioni leggere, trasformando la comicità in un racconto collettivo della città contemporanea.

Come riportato su ‘Milano Today’, il consigliere comunale Daniele Nahum ha spiegato che “questo personaggio incarna con irresistibile umorismo e acuta intelligenza un archetipo della nostra città: quello di una generazione che ha vissuto in prima persona la ‘Milano da bere’, con le sue luci e le sue ombre”.

Secondo Nahum, la sua forza sta nel “creare un ponte tra generazioni, permettendo ai più giovani di comprendere, con leggerezza, la cultura e il linguaggio degli anni ’80, e ai ‘boomer’ di riconoscersi in una caricatura affettuosa e per nulla offensiva”.

Perché il “boomer milanese” è stato candidato all’Ambrogino d’Oro

L’Ambrogino d’Oro è la civica benemerenza istituita nel 1925 dall’allora sindaco Luigi Mangiagalli per onorare chi contribuisce, in modo concreto o simbolico, al prestigio di Milano. Il riconoscimento viene conferito ogni anno il 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, nel corso della cerimonia al Teatro Dal Verme e si tratta di una delle tradizioni più sentite della città: un modo per dire grazie a cittadini, associazioni e personalità che incarnano lo spirito milanese, capace di unire lavoro, ironia e senso civico.

Nel corso degli anni lo hanno ricevuto scienziati, artisti, sportivi, ma anche figure popolari che hanno saputo rappresentare la città con autenticità. La proposta di assegnarlo al “boomer milanese” nasce da questa stessa logica: valorizzare un linguaggio contemporaneo che, attraverso i social, racconta la Milano di ieri e di oggi.

Daniele Nahum ha dichiarato che “la città di Milano ha sempre saputo generare figure capaci di cogliere e raccontare il proprio spirito, spesso con ironia e un pizzico di auto-satira”.

La candidatura, ha aggiunto, “non vuole premiare un singolo individuo, ma un fenomeno culturale che ha saputo, in breve tempo, conquistare il cuore dei milanesi e non solo”. Per Nahum, “la sua comicità è un atto d’amore verso Milano” e rappresenta “con rara autenticità e grande successo, l’anima di una città che sa ridere di sé stessa, e per il suo contributo a una cultura digitale che valorizza l’identità milanese”.