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Allarme pomodorini siciliani: cosa sta succedendo e rischi

Scatta l'allarme pomodorini siciliani: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sta indagando su un focolaio di Salmonella

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Pomodorini siciliani

Scatta l’allarme pomodorini siciliani: il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie sta indagando su un focolaio di Salmonella che ha causato centinaia di infezioni in 17 diversi Paesi a partire dal 2023.

Allarme pomodorini siciliani, cosa succede

L’Europa deve fare i conti con un nuovo allarme alimentare: un ceppo di Salmonella Strathcona ha provocato centinaia di casi di intossicazione in 17 Nazioni dell’UE. Al riguardo sta conducendo delle indagini il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, puntando verso un’origine comune, quella dei pomodori siciliani.

In base ai dati diffusi fino a questo momento dall’Ecdc, nell’arco temporale che va dal mese di gennaio del 2023 al settembre del 2025, i casi registrati nel Vecchio Continente sono 437: tra i Paesi più colpiti si segnalano l’Italia, la Germania e l’Austria. Casi registrati anche nel Regno Unito, in Canada e negli Stati Uniti d’America.

In base al rapporto stilato dall’Ecdc, i casi confermati in Italia sono 123, mentre in Germania 113 e in Austria 76. L’indagine condotta dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha individuato più volte i pomodori come probabile forma di infezione e le analisi più recenti, condotte in Austria durante il 2025, hanno rintracciato il ceppo Strathcona nei pomodorini coltivati in Sicilia.

Dal canto loro le autorità sanitarie italiane hanno da tempo avviato un piano di campionamento nazionale riguardo i pomodori presenti sul mercato, insieme a un controllo mirato delle varie aziende agricole operanti su tutto il territorio.

Nel corso delle ispezioni avvenute nel nostro Paese, il batterio è stato trovato in un campione di acqua di irrigazione proveniente da un sito di produzione primario: questa scoperta mette in evidenza, ancora una volta, il ruolo fondamentale dell’ambiente e delle pratiche agricole nella contaminazione dei prodotti.

Quali sono i rischi e come comportarsi

La Salmonella rappresenta una delle cause più comuni di intossicazione alimentare: a seconda dei vari casi, può provocare dolori addominali, febbre e diarrea. In alcune occasioni i sintomi possono manifestarsi entro 48 ore dall’ingestione dell’alimento contaminato.

Le autorità, in attesa dei risultati definitivi del monitoraggio, raccomandano ai consumatori di seguire delle regole igieniche semplici ma efficaci, a cominciare dal lavare accuratamente la frutta e la verdura prima di mangiarla.

Risulta fondamentale evitare la contaminazione incrociata in cucina e anche lavarsi le mani prima di manipolare gli alimenti. Gli esperti hanno fatto sapere che al momento non esiste alcun rischio generalizzato nel consumo dei pomodori, ma al tempo stesso è importante rafforzare la sorveglianza e la prevenzione, al fine di ridurre al minimo la possibilità di nuovi episodi e tutelare così la salute dei cittadini di tutta Europa.

Sempre dall’Ecdc si invita a rafforzare ulteriormente i controlli batteriologici durante il periodo di raccolta, suggerendo di migliorare la tracciabilità dei vari prodotti agricoli lungo tutta la filiera alimentare. Già durante il 2011 un focolaio simile di Salmonella Strathcona era stato collegato allo stesso ceppo batterico in Danimarca e da allora il microrganismo è riemerso più volte, per quello che è il chiaro segnale di una contaminazione persistente e non facile da eradicare.