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Alcune cento lire valgono oltre 6500 euro: quali sono

Un esemplare delle 100 lire "Vetta d'Italia", realizzate per i 25 anni della salita al trono di Vittorio Emanuele III, può valere più di 6500 euro

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Di vecchie monete che possono valere qualcosa ne esistono diverse, ma ci sono delle 100 lire che valgono addirittura più di 6500 euro: sono quelle che appartengono al conio “Vetta d’Italia” realizzato per celebrare i 25 anni della salita al trono del Re Vittorio Emanuele III.

Alcune 100 lire possono valere anche più di 6500 euro

Un esemplare delle 100 lire “Vetta d’Italia“, forse la più amata delle monete del vecchio Regno d’Italia, è proposta in incanto Varesi a 6500 euro. Il nome è un chiaro riferimento alla Vetta d’Italia, la località denominata Klockerkarkopf che a lungo è stata considerata come il punto geografico più a Nord del Paese ed è rappresentata proprio sulla moneta da 100 lire.

La moneta venne coniata nel 1925 come omaggio ai 25 anni di salita al trono di Re Vittorio Emanuele III: il sovrano di casa Savoia, grande numismatico, fece in modo che il conio si presentasse artisticamente adeguato all’evento. Il risultato, frutto della modellazione affidata al celebre scultore e medaglista Aurelio Mistruzzi, fu di grande impatto, così come l’incisione a cura di Attilio Motti.

Come riportato dal ‘Corriere della Sera’, a creare qualche problema fu il sistema scelto per la coniazione: si decise di optare per le presse rapide al posto del bilanciere, scelta che costrinse a sabbiare i 5000 esemplari prodotti e venduti, anche alla luce dei 32,26 grammi d’oro impiegati, a 400 lire.

L’esemplare in questione appartiene al Lotto 321 – Vittorio Emanuele III (1900-1946) 100 Lire 1925 “Vetta d’Italia”: di eccellente conservazione, presenta solo dei minimi segni sulla patina. La base d’asta è partita a 6500 euro ma è destinata a salire nelle prossime ore, per un pezzo più unico che raro, ambito dai collezionisti di numismatica anche e soprattutto per il suo valore storico e culturale.

La simbologia della moneta Vetta d’Italia

Considerato uno dei più grandi creatori di monete del XX secolo, Aurelio Mistruzzi venne chiamato a realizzare la 100 lire “Vetta d’Italia”: la concepì in maniera originale già a partire dal dritto, con un profilo a sinistra di Vittorio Emanuele III a collo nudo, adornato da elementi celebrativi e simbolici come la Corna ferrea simbolo del Regno d’Italia, posizionata non sul capo del Re ma sotto il taglio del collo, poggiata su un albero di quercia a simboleggiare gloria e forza.

L’altro lato della moneta da 100 lire serve a raccontare la grande impresa di Vittorio Emanuele III, vale a dire il completamento dell’unità d’Italia a seguito della Grande guerra: impresa esaltata attraverso una delle composizioni più belle e solenni di tutta la storia della monetazione italiana.

Mistruzzi decise di collocare sul rovescio delle 100 lire la Vetta d’Italia, la sommità del monte delle Alpi orientali a simboleggiare l’enorme sacrificio compiuto da parte del popolo italiano in armi. Lo scultore modellò un fante in nudità eroica con il ginocchio destro poggiato sulla roccia, mentre pianta con la mano sinistra il tricolore con lo stemma sabaudo sulla cima del monte.

Nella mano destra, invece, troviamo una Vittoria alata, a simboleggiare il premio per gli sforzi compiuti durante il conflitto. Le date di inizio e termine della Prima guerra mondiale, (1915 e 1918) sono incise ai lati della composizione.